Come siamo tornati a correre?

Roma è forse la città che più di tutte ha subito negli ultimi due anni lo stop alle manifestazioni podistiche.

Le gare che si sono disputate dentro il GRA non sono state più di 10 in 24 mesi.

La Maratona di Roma del 2021 e le due RomaOstia svoltesi nell’arco di 5 mesi, hanno dato una bella iniezione di fiducia agli organizzatori e a noi podisti.

Tra le mille incertezze di una ripartenza troppe volte rimandata e brevi fasi di stop and go, ricordiamo ancora cosa avvenne il 31 dicembre 2021 in occasione della we run rome, il popolo dei runner romani si è sempre più assottigliato.

Questo non vuol dire che a Roma non si corre più, anzi, semplicemente ci siamo arresi a un mercato che di fatto non c’è per come lo consumavamo.

Gli organizzatori ci hanno provato in mille modi a fare da volano, confermando le posizioni in calendario di gare storiche, rischiando fino all’ultimo con i relativi annullamenti.

Da parte nostra correre in città è diventato un altro processo, non più legato alle gare.

Ogni domenica, da mesi, sempre più gruppi di amici colorano le vie del centro e non solo, in una certezza autoindotta ma che ha perso lo spirito competitivo da pettorale.

Come già anticipato le due gare più importanti in città ci hanno aperto gli occhi e svegliato da quel torpore figlio di una chiusura ormai troppo a lungo subita.

Per capire cosa sta avvenendo “sotto i gazebo” delle tante squadre romane, da gennaio 2022 abbiamo seguito, per un certo lasso di tempo, i numeri delle loro iscrizioni.

Abbiamo preso le più grandi e quelle storicamente più attive sul mercato dei rinnovi annuali.

I numeri ci hanno confortato

2022 15-gen 16-feb 10-mar VAR.NE
PODISTICA SOLIDARIETA’ 744 814 855 14,40%
BANCARI ROMANI 591 686 779 31,81%
LBM 379 448 496 30,87%
PIANO MA ARRIVIAMO 231 239 244 5,62%
PUROSANGUE 139 154 166 21,16%
VILLA PAMPHILI 137 158 162 16,54%
CAT SPORT 93 129 143 53,76%

 

Il segnale è evidente di un ritorno alla convivialità e alla voglia di tornare a correre insieme. Di partecipare attivamente al processo associativo insito negli statuti delle ASD.

Oltre a considerare il numero degli scritti è opportuno capire se nel frattempo è cambiato il modo d’intendere la corsa. Lo facciamo con alcuni spunti e domande che ci possono far riflettere…

Siamo di fronte e una nuova consapevolezza?

Dopo che la pandemia ha cambiato, per tanti, definitivamente il modo di lavorare, dopo che abbiamo rivisto e corretto i valori della socialità e delle relazioni dentro e fuori casa, dopo aver riclassificato le priorità delle nostre vite, forse è giunto il momento di resettare certe dinamiche legate al nostro sport preferito?

Ci sarà la certezza che una più equa distribuzione del nostro tempo e una più profittevole gestione dei nostri impegni a 360 gradi ci faccia riconsiderare come la spirale del “corro tutte le domeniche” ci avesse inevitabilmente risucchiato le nostre vite facendoci sfuggire la possibilità di vivere le emozioni in maniera più completa ed appagante?

L’aridità dei numeri e delle classifiche lascerà spazio a una visione, purtroppo abbandonata, più umana del rapporto che abbiamo con lo sport e la fatica?

Il benessere ricavato dalle endorfine sprigionate dalle nostra passione ha ragione di esistere se lo riusciamo a donare ad altri interrompendo la spirale dell’auto gratificazione perenne sui social?

Saremo consapevoli che sia arrivato il momento di ripensare la corsa, non come uno strumento per raggiungere un obiettivo prestazionale, ma come un mezzo, uguale a tanti altri, che ci aiuti a ricreare un “modus vivendi” benefico per noi e per chi ci sta vicino, indipendentemente dal riscontro sportivo raggiunto?

Sostanzialmente valutare un decremento delle iscrizioni può essere coraggiosamente considerato un miglioramento dell’aspetto “umanistico” della corsa con tutte le sue ricadute in termini di benessere mentale ricavato, benessere purtroppo sempre più raro in questi tempi non facili e poco felici…