La prima edizione dell’Albarace l’abbiamo corsa nel settembre del 2010 e fu una bellissima novità.
Correre con tanti amici in un orario in cui di solito non sei abituato a correre o lo fai ma in solitaria.
La formula ben rodata è andata avanti per tanti anni e siamo sempre stati contenti di accendere la giornata tutti insieme con l’arrivo dentro lo Stadio Olimpico.
Oggi si è corsa ancora un’edizione dell’Albarace, stessa formula, stesso percorso, stessa colazione.
Cosa c’è che non va e perché si ha la sensazione che siamo giunti sul viale del tramonto di questa formula?
Serve una svolta perché le nostre foto dentro lo stadio, inebriati e felici si perdono tra le decine già viste in tutto questo tempo, perché il tracciato è sempre uguale e un po’ arido delle bellezze di Roma, isolato dal resto della città che si sveglia.
Un cambio di rotta gioverebbe a tutti, a chi la fa da sempre a chi la farà per la prima volta.
Cambiare location è la richiesta che ci è pervenuta da più parti. Roma in questo è regina, angoli nuovi da far conoscere in un orario in cui la luce dell’alba rende tutto incredibilmente più bello, dal centro, all’Eur, passando per i parchi e le ville.
Perché la natura che si risveglia all’alba ti mette di buonumore per tutta la giornata, con colazione al fresco sotto gli alberi, con delle piccole tensostrutture sotto cui fai una grande colazione tutti insieme.
A questo punto ci vengo volentieri, ma spendere soldi per un cornetto industriale con una fila pazzesca, anche no…
Cambiare la formula del cornetto a colazione che per noi runner è agli antipodi delle abitudini di consumo e metterci dei prodotti di qualità, gli stessi che ci piacciono tanto, anche di aziende romane blasonate che fanno il mercato da una vita, forni storici a cui ci rivolgiamo per le nostre recovery meal a fine allenamento.
Sarebbe bello rimettere il running al centro della città in un orario dove di solito siamo soli e silenziosi, sfuggenti come solo un runner sa esserlo.
Rendere la gara scevra dalla competizione senza badare a chi vince e chi no, ma solo vivere la bellezza e la lentezza della corsa.
Stiamo perdendo un’occasione di far diventare l’Albarace l’unica manifestazione laziale dove non conta arrivare ma godere il running immersi nella luce dell’alba insieme a migliaia di sconosciuti.
L’Albarace dovrebbe essere una gara itinerante, che per sua caratteristica, breve e flessibile nell’organizzazione ti permette di esplorare altri angoli della città.
Siamo certi che se dovesse costare qualche euro in più per correre ed esempio tra i viali silenziosi dell’Aventino non saremmo in pochi a farci le foto e condividerle volta per volta.
Oggi stiamo rivedendo le stesse foto del 2014 e le stesse dell’arrivo della Corsa di Miguel di due mesi fa.
Insomma, siamo pronti ai cambiamenti e questi due anni ce lo hanno insegnato, ma gli organizzatori sono pronti a cambiare?
Il mercato li premierebbe e gli sponsor tornerebbero a correre in tutta Roma, anche all’alba.
Foto – Archivio Albarace.it