La telefonata del coach è arrivata in un pigro lunedì pomeriggio di fine novembre. Nel momento in cui con la testa eri appeso ai tuoi podistici “vorrei” e le gambe troppo stanche per pensare a una concreta previsione.
Resta il fatto che le sue parole hanno schivato ogni dubbio.
E’ stato sincero, in linea con i 115 giorni di allenamento, e i 950 km corsi come tabella comandava. A ricontarli in fondo non sono poi così tanti, meno di 9 km al giorno. Ma tu li hai voluti fare tutti.
Giorni utili per avere un cardine attorno al quel far girare le fatiche vere in casa. Cosciente che il sudore perso era poca cosa a confronto. Allora testa bassa e non ti lamentare tu che puoi.
Avevi deciso tutto in una giornata d’agosto parlando al mare con Roberto. Uno di quei momenti in cui rifletti sul passato e vedi meglio il cammino che farai. Gli amici a questo servono, sono lo specchio e la finestra nei momenti della vita. Il lavoro che abbiamo pianificato è stato svolto lungo chilometri di fatica.
Lo hai raccontato in tanti modi, dalle salite al cospetto di Teodora, alle serate per i pendii di Frascati, passando per i calcoli algebrici sviluppati sul tartan malandato del Paolo Rosi.
Sei stato un operaio della fatica, la fabbrica apriva puntuale alle 5.30 e poco importava se eri solo tanto lo sapevi che solo completamente non eri affatto. Altri come te stavano vivendo la stessa esperienza, buia, silenziosa, facile o rigenerante.
Non hai mai fatto il pallottoliere della corsa, non sai quante maratone hai portato a termine, ma per arrivarci hai commesso tutti gli sbagli del mondo, e nel frattempo ti sei incaponito nel voler tirare giù minuti preziosi.
La proiezione del tuo tempo finale te la vuoi dimenticare, in cuor tuo sai che vorresti fare meglio, andare oltre quelle cifre e non vederne di più grandi. Te le vuoi dimenticare perché temi che possano essere un limite mentale, come quando esci per correre 10k e al 9k sei finito, mentre ne potresti fare il doppio.
Lo dici da sempre cha la mente va ingannata, allora scorda ogni punto di riferimento e continua a correre perché la maratona che è iniziata il 13 agosto, l’hai vissuta come fai sempre con le cose belle della vita.
Questa è la forza e l’incanto dello sport, e come ti ha scritto la tua amica Dominga:
…adesso sorridi e aspetta, amico mio, siediti, allaccia le scarpe, non andare troppo di fretta, ascolta il tuo cuore e poi via lascialo correre.
Ci vediamo a València.
Marco Raffaelli