Juan Miguel Esteban e le sue corse per la libertà

Jouan_miguel_esteban

Ve lo ricordate il film “Fuga per la vittoria” del 1981 diretto da John Huston?

La storia di un manipolo di prigionieri di guerra che grazie a una partita di calcio contro i loro carcerieri riuscirono a fuggire dal campo di prigionia tedesco…si ok in squadra c’erano giocatori del calibro di Bobby Moore, Osvaldo César Ardiles, Edson Arantes do Nascimento in arte Pelè. Insomma uno dei migliori film sportivi della storia del cinema.

Senza andare a scomodare altre pellicole di grandi campioni, oggi vi racccontiamo la storia di un uomo che grazie allo sport ha cambiato la sua vita.

L’articolo pubblicato poche settimane fa dal quotidiano spagnolo El Pais racconta cosa può fare di buono lo sport nella vita di chi sta vivendo una condanna in un penitenziario di stato.

Questa è la storia di Juan Miguel Esteban l’uomo che ha iniziato a correre nel cortile della prigione e ne è uscito campione.

Juan Miguel nel 2009 ha subito una condanna a sette anni, da scontare in un carcere alle porte di Madrid, per un reato contro i diritti dei lavoratori.

A quel tempo aveva 32 anni e prima di allora Juan Miguel Esteban viveva una vita comoda e appagata di tutto.

Ha fatto prima degli studi professionali in Elettronica e poi la sua curiosità su come poter vivere bene, mangiando bene lo ha condotto a specializzarsi nella nutrizione e formazione personale.

Jouan_miguel_esteban
Juan Miguel Esteban all’arrivo della Maratona di Valencia

Ma non si è fermato lì, la sua vena imprenditorale è stata una continua linea in crescita fino alla creazione di una compagnia di sicurezza con servizi rivolti ad artisti internazionali.

A seguito di un grave fatto di cronaca che ha coinvolto un dipendente della sua azienda, in quel momento non in regola con il contratto di lavoro, Juan, in qualità di responsabile, gli venne inflitta una pena a 14 anni di reclusione, infine ridotta a 11 dopo vari ricorsi.

Una volta rinchiuso in quelle 4 mura il suo primo pensiero fu: “O faccio qualcosa o qui sono morto“.

Una visita in prigione lo ha salvato e fu quella di suo cugino Carlos, atleta di triathlon il quale gli propose una cosa folle: “perché non inizi a correre dentro questo posto?”.

Quell’idea trasformò completamente la sua vita fino a farlo diventare un atleta.

A Juan Miguel Esteban bastò un cortile con un campo di calcio al coperto di 120 metri. Non era tanto per iniziare a correre, ma lui si fece forza.

Cominciò a farlo per pochi minuti al giorno, fino ad arrivare a più ore di allenamento. Non era facile tenere un passo regolare con frequenti cambi di direzione ma la testa era più forte delle gambe.

Nonostante le prese in giro dei suoi compagni di carcere che lo prendevano per pazzo, alla fine, giorno dopo giorno, alcuni di loro hanno iniziato a seguirlo, fino ad essere un centinaio di persone.

Correva tutti i giorni, con la pioggia o il caldo. Con il passare del tempo la sua condizione fisica migliorava sempre più, fino alla prima gara in una manifestazione podistica dove vi presero parte 3000 detenuti di altre carceri del paese e Juan arrivò tra i primi 70.

Al suo secondo congedo carcerario, corse la maratona di Madrid. All’expo della gara, al momento del ritiro del pettorale, conobbe il campione nazionale Martín Fiz.

Juan gli si avvicinò e gli raccontò la sua storia. Martín Fiz, in qualità di collaboratore della rivista rivista Corredor, gli promise di aiutarlo raccontando la sua storia.

Dopo la maratona madrilena del 2016 Juan fece ritorno nel carcere Aranjuez, ma poche settimane dopo sua madre lo chiamò in lacrime felice di comunicargli che Álex Calabuig, direttore della rivista Corredor e Martín Fiz volevano fare un reportage su di lui.

Dopo la pubblicazione sul magazine nazionale la Direzione Generale delle Istituzioni Penitenziarie esaminò il suo caso. Andarono a trovarlo per capire quanto ci fosse del vero in tutta quella storia.

Da quel momento la sua vita cambiò di nuovo. Il direttore del carcere gli disse: “Prendi le tue cose perché domani vai a casa.”

Nel 2016, all’età di 39 anni, Juan Miguel Esteban venne rilasciato dal carcere e la sua storia riconosciuta come la migliore negli ultimi 15 anni dalla rivista mondiale Runner.

Juan non ha mai smesso di correre. La corsa lo ha reso libero e ne ha fatto un esempio.

Ora si dedica ad aiutare il prossimo promuovendo ogni tipo di iniziativa: guida per non vedenti, gare di beneficenza per disabili, malati di cancro.

A 45 anni, Juan Miguel Esteban ha già vissuto una carriera che non sarà mai dimenticata.

Jouan_miguel_esteban
Juan Miguel Esteban insieme ai suoi cugini dopo una gara di triathlon