Che fine hanno fatto le vostre medaglie?

Che fine hanno fatto le medaglie che avete conquistato in questi anni? Non la medaglia dei Giochi della Gioventù datati 1982.

Sto parlando dei piccoli trofei di tutte le gare a cui avete preso parte finite senza infamia e senza gloria, che tenete appese in un angolo di casa e che si sono stratificate a tal punto da non ricordare più nulla.

Si ripetono nel tempo, stessa gara, stesso logo e luogo, fatica, amici e tempo.

In questi giorni ho fatto ordine tra cose utili e inutili. In un angolo c’era un mucchio di medaglie accumulate e di cui ho dimenticato anche la stagione.

Una medaglia cosa può diventare?

Quante ce ne saranno anche nei vostri cassetti?  A nessuno viene un’idea originale per usarle a fin di bene o ad altri scopi? E se le facessimo in materiale riciclabile?

E se un organizzatore le prendesse indietro ad ogni evento? Alla gara mi riporti la medaglia dell’anno precedente e la riuso, la riciclo, la rimetto in circolo. Tu non la butti e facciamo un giro che premia tutti.

Sì ok, lo so cosa state pensando: “le medaglie non si toccano”, ma non credo che valga sempre. Ci sono maratone che vanno incorniciate e altre da dimenticare in una visione un po’ meno chilometrica del trofeo.

Perché devo tenere per forza una medaglia di una gara che supera i 30 km, come se fosse un dogma sportivamente riconosciuto?

Tutto il quintale di patacche appese nel disimpegno valgono meno di quelle appese a far bella figura nella sala di casa solo perché c’è scritto sopra un numero superiore a quanto speravi di poter correre un giorno?

Ci sono alcune che pesano meno come fatica, ma che valgono più di mille Filippide. Perché io credo che lo sport non lo puoi chiudere in un recinto fatto solo di metri che si susseguono all’infinito, e tanto meno definirlo dal punto di vista emotivo solo dallo scalino di un podio.

Gente come noi ha la libertà di decidere il valore della propria fatica usando altri fattori oltre a quelli di tempo e distanza, e solo così sapremo far tesoro di ogni errore, passo falso e incertezza lungo il nostro cammino.

Vale nello sport e così nella vita, consapevoli che per le quotidiane fatiche non c’è mai una medaglia per nessuno.

Ci vediamo al prossimo traguardo.

Marco