Il running in Italia quale futuro? Risponde la Fidal

Oggi pubblichiamo l’intervista a Fabio Martelli, Presidente del Comitato regionale Fidal Lazio. Il suo contributo fa seguito a un articolo di un nostro lettore pubblicato la scorsa settimana.

Gabriele Moretti, l’autore della lettera, ha chiesto a gran voce dove è la Fidal in questo momento difficile e cosa sta facendo per aiutare le squadre e gli atleti ad essa affiliati?

Affrontiamo con il Presidente Fabio Martelli alcune questioni che ci potranno aiutare a capire, grazie al lavoro che la Fidal sta svolgendo per affrontare l’emergenza, come cambierà il running in Italia.

COSTI. Alla luce di un 2020 praticamente fermo da febbraio, per ciò che riguarda la vita delle squadre e degli atleti, si potrebbero auspicare delle modifiche a ribasso per le affiliazioni del 2021 per squadre, dirigenti e atleti delle ASD? Non è forse necessario dare un segnale allo sport per un paese con una profonda crisi economica davanti?

Martelli: “Stiamo lavorando su tutti gli aspetti del post-emergenza. Sia sportivi, sia organizzativi. Ed economici. L’atletica a livello nazionale e regionale non si farà trovare impreparata dopo questo difficile periodo che ha toccato tutti, indistintamente. È innegabile che questo momento complicato si rifletta sulle società e dunque su atleti e dirigenti e sportivi in genere.

Con l’attività ferma, e lo ha confermato anche il presidente Alfio Giomi in un’intervista al Corriere dello Sport, ci sono gravi perdite economiche – parliamo di milioni di euro – per il movimento tutto. Sarà importante, perciò, varare norme ad hoc, anche di carattere economico-finanziario, che sostengano l’atletica ad ogni livello. E questo, ovviamente, deve esser supportato da provvedimenti del governo e dei ministeri, favorendo una ripresa rapida e florida. In sicurezza”.

IMPIANTI Come si pensa di poter gestire la riapertura dopo l’emergenza da COVID 19 dei campi di atletica, in particolare per ciò che riguarda la sicurezza degli allenamenti, argomento già anticipato nella nota pubblicata di recente dalla Federazione? E i costi per una messa in sicurezza degli impianti su chi ricadranno? per accedervi aumenteranno le spese da parte degli atleti?

Martelli: “Mi fido di una sola parola. Le regole. Scritte in maniera costruttiva, partecipata, propositiva e con un pizzico di veggenza, passatemi il termine. Innegabilmente il virus – e il suo contrasto – peseranno sulla nostra quotidianità e su quella degli sportivi. Almeno finché la scienza non ci darà una soluzione.

Ma le norme indicheranno la strada.

Come la indicherà tutto il lavoro che stiamo facendo: in pista, in pedana, in strada ora non si va, ma le videoconferenze e le telefonate sono tante, anche sul tema impianti.

L’ufficio impianti FIDAL ha già varato una road map per l’utilizzo delle strutture in gestione alla federazione o ai comitati regionali, dagli accessi contingentati agli orari. Con discrimine per atleti di interesse nazionale e gli altri.

E ci sono indicazioni anche su aspetti più pratici: come i teli di cellophane sui materassi dell’alto, da sostituire per ogni atleta, ai blocchi “personali” per ogni sprinter, fino all’igienizzazione delle mani o l’uso di guanti per le staffette.

Regole. Degli uffici FIDAL e del mondo scientifico, dei medici sportivi e di chiunque possa apportare qualcosa di positivo e utile per fare sport in sicurezza.

Affidiamoci alle regole, grazie a quelle torneremo. Magari non subito come prima, ma torneremo.

Voglio porre l’accento su una questione: il consiglio regionale del Lazio della FIDAL sta lavorando sulla riapertura degli impianti e sarà in grado di produrre un documento con le indicazioni a brevissimo.

Nel momento in cui un nuovo Dpcm riaprirà, eventualmente, gli impianti fornendo indicazioni sull’attività sportiva, noi di FIDAL Lazio saremo in grado di offrire subito fasce d’orario per gli allenamenti di tutti”.

ALLENAMENTI: La fidal sta pensando a un piano che regoli la nuova vita del podista anche su strada? Un suo parere sul distanziamento, visto che negli impianti gli accessi probabilmente saranno contingenti e molto podismo di qualità si riverserà in strada. E da qui giunge spontanea la domanda: la Fidal potrà a questo punto assumere un RUOLO POLITICO più forte con gli amministratori delle CITTA’ al fine di valorizzare le strade, le messe in sicurezza, la sanificazione di zone aperte e già con problemi di barriere architettoniche e paesaggistiche?

Martelli: “Innegabilmente fa sport una marea di gente in Italia. 20 milioni di persone. L’Atletica ha 300mila tesserati in Italia e c’è una nutrita schiera di runner che praticano a diversi livelli. E poi parliamoci chiaro: la corsa è quanto di sportivamente più accessibile per le persone.

È fuori di dubbio che numeri e condizioni così rendano noi, che ci occupiamo di atletica tutti i giorni, un riferimento per chi prende decisioni. Noi siamo in contatto quotidianamente con amministrazioni locali e centrali affinché il nostro sport possa esser condiviso da più persone possibili, in sicurezza. È una “battaglia antica” quella della messa in sicurezza delle strade, della sanificazione di zone aperte, dell’eliminazione delle barriere architettoniche. Il virus e la situazione che stiamo vivendo aiuterà chi decide a intensificare gli sforzi.

Noi ce la mettiamo tutta nel non far cadere gli interessi di chi fa sport a tutti i livelli, a tutte le età, in tutte le città, in pista, pedana e strada.

Presidente tutto questo “sport nuovo” che si riverserà all’aperto visti anche i problemi che avranno i centri sportivi, palestre, piscine a ripartire e gestire i propri sportivi potrebbe tramutarsi in una OPPORTUNITA’ PER LA FIDAL diventando incubatrice di nuovi runner, tanti e più regolari.

C’è sul tavolo uno studio che sviluppi una nuova campagna di “raccolta” anche di nuovi fondi?

Martelli: “Crisi ed emergenze sono tutte opportunità, alla fine. Sempre senza dimenticarsi di chi soffre, di chi non c’è più, di chi lavora per la nostra salute e la sicurezza. L’interesse per il running è sempre crescente e chi ha voglia di investire sa già che al ritorno della normalità potrà contare su numeri importanti, in crescita. Oltre che su enti (federazioni, società, ecc..) sempre più attenti”.

In fine, alla Federazione spetterebbe oggi più che mai un RUOLO EDUCATIVO SOCIALE e COMPORTAMENTALE che insegni come relazionarsi nella nuova società sportiva che stiamo per andare a vivere: tra distanziamento, protezione, vita di sport in genere, ma cosa ancora più importante che dia un segnale sociale per far capire che il running è la cura e non la parte malata, di questo paese in difficoltà.

Martelli: “D’accordissimo. Colgo l’occasione e voglio ribadirlo a gran voce dopo averlo fatto informalmente con chi me l’ha chiesto: sono vicino a tutti i runner, di ogni livello, età e zona della regione e del Paese.

Alcuni di loro sono spesso bersaglio di falsità o di osservazioni futili. C’è il rispetto delle regole – che la stragrande maggioranza di sportivi e runners osservano scrupolosamente – e c’è anche il rispetto nei confronti di chi ama lo sport. Non voglio mai più sentire casi di cronaca o voci come quelle ascoltate ultimamente in emergenza sul mondo del running, anche amatoriale.

Lo sport, l’atletica, sono da sempre simboli di lotta a intolleranze, differenze e divisioni. Il nostro mondo non ha spazio per questo. Ha spazio per indirizzare i comportamenti umani, soprattutto dei più giovani. Con i provvedimenti presi, che stiamo prendendo e prenderemo, vogliamo tracciare un percorso”.

 

Marco Raffaelli