Dite la verità, quante volte ve lo hanno chiesto? E quante volte avete provato a far capire ai vostri amici che correre una maratona non è mai un sacrificio, ma una libera e bellissima scelta?
Personalmente rispondo nel modo più facile che io conosca.
“Vieni a vedere una linea di arrivo di una maratona, ma non quando arrivano i primi, e neppure i secondi o i terzi, vieni dopo le prime 3 ore di gara e capirai“.
Non date retta a chi vi dirà che è troppo ciò che fate. La misura del bene proprio è regolata da un metro diverso e ognuno ha il suo, nel pieno rispetto dei propri limiti fisici e mentali.
Il potere inebriante che genera lo sport avete presente?
Di quello dobbiamo parlare con chi fa domande senza aver mai corso. Raccontategli della bellezza della doccia dopo la corsa. Cosa c’è di più bello? Sicuramente tutto il prima, solo quello.
Perché lo sapete bene che quando vedete uno correre in strada e voi vi siete già allenati vi viene voglia di correre ancora: è questa la fame del maratoneta, mai pago del suo lavoro fatto.
Ditegli di alcune mattine fredde in cui uscite di casa per correre, partite e poco dopo vi fermate, tornate indietro. Poi insistete e capite che le scuse sono più deboli della vostra consapevolezza di quanto starete bene dopo e di conseguenza riprendete la corsa.
Ecco! Possiamo dire che il nostro bisogno di stare bene, che la risposta a quel “ma chi te lo fa fare?” è riassunta tutta in quello spazio-tempo in cui prendi due decisioni contemporaneamente, e quale sia quella giusta solo tu puoi saperlo.
Quante volte in ufficio, il lunedì dopo una maratona, ti sei alzato dalla sedia e hai sentito le gambe che facevano male e tu, anche se dolorante, eri felice?
Era il dolore di un lavoro fatto bene, e lo hai fatto mentre i tuoi colleghi erano sul divano e non capiranno mai il piacere che nasconde quella smorfia di dolore una volta in piedi dalla sedia.
Mi chiedi chi me lo fa fare? sono sempre io.
Tutto inizia e finisce con me, in una terapia egoistica che si riflette su tutti coloro che ho accanto.
Buona maratona