Il running è tra le attività sportive che per strada si vede più di tutte.
La considerazione è indotta da una visione asimmetrica della realtà per cui vedi solo ciò che ti interessa in quel momento.
È un meccanismo molto elementare che fa sì che se ti devi comprare una macchina di un determinato modello inizi a vedere solo quella.
Di conseguenza la percezione della realtà si adatta a ciò che ti interessa veramente.
In questa visione un po’ alterata dell’ambiente circostate ci viene facile credere che il running sia lo sport più praticato nelle grandi città e non solo.
Un approccio vero a metà, nel senso che la corsa è una pratica che ci viene facile, serve nei momenti in cui vogliamo rimetterci in forma, alimenta una reazione alle nostre indolenze.
I conti, come sempre, si fanno alla fine e sarebbe utile sapere quanti di coloro che scendono al parco sotto casa in primavera, poi si trasformano in runner abituali.
Senza scomodare statistiche di settore basterebbe osservare il nostro mondo o quello che ha animato negli ultimi anni le gare delle città, praticamente siamo sempre gli stessi.
Allora cosa manca per non perdere il volume massimo di runner occasionali?
E perché il calcetto con gli amici si replica immutato da sempre? È meno faticoso? Non credo, addirittura è anche più invalidante, gli impatti in campo tra giocatori hanno compromesso molte carriere.
Quindi la colpa potrebbe ricadere sull’isolamento del gesto podistico.
Voglio correre da solo perché so che non ce la farei a farlo con altri in quanto penso che siano tutti più forte di me, ma quando lo scoglio della fatica è superato e avrei bisogno di qualcuno con cui condividere la fatica e le emozioni, non so con chi andare.
Il cerchio si chiude spesso ai primi freddi. Rimetti le scarpe al loro posto e se va bene ci rivediamo alla primavera prossima.
L’alternarsi di questo ritmo ci porta a considerare il running lo sport più praticato al mondo, e di sicuro il più intermittente nella vita vita di tanti appassionati.
Buone corse a tutti