I Re-Tree e il loro gesto d’amore…

Io amo Roma.

Non ci sono nata, io sono napoletana, però questa città con tutto il suo carico di storia esercita su di me un fascino inspiegabile per una che è nata vicino al mare.

Da quando corro, Roma me la vivo. Ogni passo, ogni sanpietrino, ogni fontana racconta una storia di conquiste e di eroi.

Correre a Roma è un privilegio.

Spesso la domenica mattina esco da sola e mi perdo per le vie del centro, il lungotevere, il Colosseo, le Mura Aureliane, altre volte me ne vado girando per il mio quartiere.

Vivo in una zona relativamente nuova se si considera che questa città si espande continuamente a macchia d’olio.

La mia strada è una piccola isola di paradiso all’interno di un quartiere che è fatto di uffici e palazzoni.

Quando esco a correre in primavera mi sembra di essere in un anime, uno di quelli della mia epoca, quelli in cui la protagonista sconvolta perché non sa scegliere quale dei due spasimanti amare corre in un viale di ciliegi che spandono i loro fiori al vento.

Nel mio caso non sono sakura, ma pruni e l’effetto che rendono è lo stesso. Una pioggia di petali rosa cullati dal vento.

Roma è una città molto verde, ma un verde selvaggio.

Diciamocelo. La sua cura non è esattamente una delle pietre più scintillanti sulla corona di questa splendida regina e anche la mia strada dei pruni comincia a risentirne.

Me ne accorgo quando guardando in terra mentre corro incontro sempre più “tazze” vuote e monconi di tronchi secchi.

I pruni del Serafico stanno morendo uno ad uno, per lo smog, per la cocciniglia, per la mancanza di adeguate potature e per la sporcizia che si accumula all’interno delle tazze dove crescono ortiche, si depositano cartacce ed escrementi di cani che per loro sfortuna appartengono ad escrementi di padroni che non raccolgono le loro deiezioni.

Sono quelli che io chiamo “cacca e scappa” che spesso intercetto urlando a squarcia gola “Signoraaa!!venga qui!!glielo dio io il sacchetto!!”.

Mentre mugugno un “mortacci sua” tra i denti avvicinandomi.

Non voglio farne una colpa al comune o ai cittadini “distratti” o ai cacca e scappa, ma davvero non me la sento di restare con le mani in mano mentre la poesia di questa pioggia rosa scivola rapidissima ed inesorabile nel marrone.

Non sono andata io da loro, ma piuttosto sono stati loro a venire da me, per mezzo di una vicina di casa.

È stato così che ho conosciuto i “Re-tree”.

Conoscete sicuramente tutti l’associazione “Retake Roma” che si occupa di rigenerazione urbana (parchi strade, piazze, spiagge, scuole, etc.) seguendo anche progetti solidali, educativi, di riuso e riciclo.

Li ho incontrati una volta mentre pulivano la strada e gli ho chiesto come avrei potuto aiutarli e la loro risposta mi ha conquistata “prendi una scopa, dei sacchi e una paletta e scendi in strada a pulire con noi!”.

re-tree
I volontari di Re-Tree al lavoro

Re-Tree è un modello di progetto partecipato per forestare in modo sostenibile la città.

In questo caso Retake si occupa di ripiantare gli alberi negli arredi urbani esistenti replicando il progetto ReTree nel nostro quartiere, grazie alla collaborazione e al supporto dell’Associazione ReTree.

Di concerto con il Comune di Roma e il suo servizio giardini, sono state individuate delle tazze in cui era possibile piantare gli alberi mancanti e le stesse sono state date in affidamento a cittadini di buona volontà disposti ad adottare un albero.

Gli alberi adottati saranno corredati di una targa commemorativa su cui è indicato il nome della attività che lo ha donato o la dedica della persona che lo ha regalato.

In questa prima tornata di adozioni abbiamo assegnato 19 alberi di cui si prenderanno cura i donatori stessi.

Ancora una volta la buona volontà dei residenti di un quartiere ha garantito la possibilità di mantenerne il decoro. In particolare, nel nostro caso, mi piace pensare che abbiamo mantenuto viva la poesia della pioggia di petali che preannuncia la primavera.

Quello che era un banco di prova partito con molto scetticismo ci ha dimostrato che esiste ancora tanta gente che ama davvero la Capitale ed è disposta a dimostrarlo con i fatti.

L’amore in ogni sua accezione è più di una locuzione inflazionata, l’amore è quello che si dimostra, in una coppia che si sostiene, in due amici che si parlano per appianare le divergenze e rinsaldare il loro rapporto, in un gruppo di cittadini che ripuliscono un parco per far giocare i loro bambini in sicurezza, in una persona che dona un albero alla sua via. C’è amore.

Troppo spesso ci nascondiamo dietro la frase “io pago le tasse, dovrebbero pensarci le autorità”. Sono parole sacrosante e vere, ma un piccolo gesto da parte di tutti, una manifestazione di impegno e di interesse, può garantirci, nel momento di massimo declino che la nostra meravigliosa città sta vivendo per le più disparate ragioni, di vivere in un posto migliore, in un luogo più sano e con il tempo anche più sicuro.

Un gesto di amore vero può farci correre in una strada da sogno, avvolti in una nuvola di petali fluttuanti con il cuore riscaldato da un piccolo gesto.

Un gesto d’amore.

Ludmilla Sanfelice

Ludmilla Sanfelice
Un giorno senza sorriso è un giorno perso. Non importa quanti pesi portiate sulle spalle, la vita è un battito di ciglia e va vissuta in ogni istante. Come l’ho scoperto? Allacciando le scarpe e cominciando a correre. Run Lud Run! Ogni giorno una nuova storia aspetta di essere raccontata.