Rieccoci dopo oltre un anno e mezzo allo start di una maratona, una maratona di 42195m non di quelle da 10km ma una maratona vera, una di quelle che anche se l’hai già vissuta nel 2018 ti lascia nuovamente il segno e ti rifà vivere le emozioni di correre con le persone, tante persone da farti sentire tornato alla normalità alla libertà che avevamo prima del marzo 2020.
Lo stato di forma non è dei migliori, gli allenamenti per prepararla non sono stati fatti per problemi fisici e per un’estate italiana torrida e umida da impedire una preparazione adeguata ad una distanza simile.
Si arriva a Berlino con una mezza (Bibione) fatta 15 giorni prima e un solo lungo di 24km fatto a metà agosto quindi capisco già che sarà una battaglia da portate avanti calibrando le forze e usando la testa onde evitare drammi nella parte finale.
Ovviamente tutti i ragionamenti fatti prima della partenza decadono, dopo lo sparo dello start l’adrenalina offusca la mente e fa sì che già nei primi 300m capisco che la gara ti dà energie supplementari e che sei lì per correrla e non per fare la passeggiata della domenica.
I primi km scorrono veloci il ritmo e buono ed ampiamente sotto quello programmato, 20/25 secondi in meno a km , al km 7 affianco un ragazzo che era nel nostro stesso Hotel e con lui decidiamo di fare gara assieme, ritmo tra i 4.30/4.40.
Mentre corriamo parliamo tranquillamente senza fiatone e spesso ammiriamo e commentando la bellezza dalla città e del fatto che finalmente si respira aria di libertà, di correre in gruppo e di questo senso di rispetto e ammirazione che hanno le persone che a bordo strada continuano ad invitarci.
Come al Bar quando si chiacchera il tempo passa e senza nemmeno accorgercene arriviamo al passaggio alla mezza maratona, il crono segna un 1h38m circa e da li a poi capisco che inizierà per me il lato buio, quello dei km che non ho fatto per prepararla e quelli che mi faranno capire se essere partito cosi veloce rispetto al programma sia stata la scelta giusta o meno.
Al km 28 inizio a sentire le gambe affaticate, la media è ancora di 4.38 ma guardo l’amico e gli dico che devo calare il ritmo per arrivare alla fine senza eccessivi sforzi, ci salutiamo e inizio a gestire i ristori come delle isole felici dove prima passavo e al volo, ora prendo il bicchiere e mi fermo, mi metto a camminare per la lunghezza del ristoro mentre bevo e poi riparto subito cercano di mantenere il passo.
Il pubblico è sempre più numeroso, al km 40 il bordo strada e già pieno di gente, sono in attesa della curva a sinistra che ci porterà a l’ultimo chilometro.
Arrivo alla curva giro e vedo la porta di Brandeburgo con una marea di gente a fare il tifo e tanti runner che dal viso stanco dei km precedenti ora diventa raggiante, la meta è vicina e mi sparo gli ultimi 500m a tutta, sorrido, sono felice, sento un gran senso di soddisfazione, quasi mi commuovo quando mi vedo la medaglia al collo.
Che bello, che bello, che bello.
La maratona è come un libro, ogni volta è una storia diversa, è un viaggio che vivi tra i tuoi pensieri e ogni volta impari e conosci meglio te stesso sia mentalmente che fisicamente …si ecco adoro questo libro anche se è il 24esimo capito della serie.
Ne voglio leggere altri, tanti altri.
Gianluigi Cordioli