Book Crossing per runners solitari

correre sulla ciclabile

Lunedì mattina, a seguito di una serie di fortuite coincidenze, mi sono allenato sulla ciclabile del Tevere, un luogo di sport che di solito frequento nel fine settimana.

La mezza di Napoli delgiorno prima aveva bisogno di essere scaricata con una corsa leggera senza particolari esigenze.

Sono partito dal Parco di Tor di Quinto che con il laghetto al centro, una bella area attrezzata, un comodo parcheggio e fuori dal caos cittadino, è un posto ideale per fare attività all’aperto o anche solo per gustare una mattina di sole

Da convinto sostenitore che correre all’alba sia nutriente per l’intera giornata, resto stupito di quanto possa cambiare la percezione della fatica quando fai sport a orari in cui sei più reattivo rispetto alle primissime ore del giorno.

Il sole, la temperatura mite e la tranquillità di un luogo a tua disposizione fanno il resto.

La ciclabile del Tevere, in un assolato lunedì mattina, è animata da altre scene rispetto ai nostri fine settimana podistici. Non ci sono i gruppi di runners, pochissimi ciclisti e ogni tanto qualche camminatore colora lo sfondo dei lunghi muraglioni del centro. Praticamente è come correre da soli.

Chi vive la città a piedi lo sa bene che a quell’andatura vede i centri abitati come nessun altro. Siamo di fatto dei guardiani di luoghi che se frequentati in macchina o sui mezzi pubblici non ne possiamo percepire la bellezza.

In occasione di un allenamento ti possono accadere cose che normalmente non potresti vivere: un incontro inatteso, i colori della città che cambiano al tuo passaggio, i suoni che ti avvolgono in un crescendo già dalle prime ore della mattina.

Quello di lunedì è stato uno di quei momenti grazie allo sconosciuto che ha fatto un regalo bellissimo alla città, o meglio, sempre per le stesse fortuite coincidenze che mi hanno portato in quel posto, l’anonimo cittadino il regalo indirettamente lo ha fatto a me.

Appena finito di correre sono tornato alla macchina per cambiarmi e accanto allo sportello di guida, trovo a terra una busta piena con una scritta:

“Non sono libri abbandonati ma libri in cerca di un lettore”

Dentro ho trovato nove libri italiani, di edizioni datate ma in ottimo stato, di autori quali Pirandello, Moravia, Silone. Classici che non hanno tempo e che sfruttando il book Crossing continuano a portare emozioni nel mondo.

Il book Crossing permette di scambiare libri in libertà. Le origini risalgono al 2001 quando iniziò a far parlare di sé partendo dagli Usa. L’obiettivo dei book crossers è quello di trasformare il mondo in una biblioteca a cielo aperto, “abbandonando” i libri nei luoghi pubblici.

I classici della letteratura andrebbero riletti nella vita, perché cambiamo noi, ma soprattutto perché sono sempre loro a spiegarci come cambia il mondo nel tempo.

Perché sono la cura migliore contro la violenza del mondo. La lettura di un libro è diventato l’ultimo avamposto, un ponte indispensabile per portare in salvo istanti preziosi, calmare gli animi, riflettere sulle cose importanti da fare.

Da un incontro del tutto casuale è facile comprendere quante cose bellisime possono fare le persone attorno a noi, anche in un anonimo parcheggio cittadino, senza voler nulla in cambio.

Non ce lo dimentichiamo.

Ps. Da eterno sognatore questa cosa mi ha colpito molto perché è avvenuta poco prima di un appuntamento presso un editore per un nuovo progetto editoriale che per altro è andato benissimo.