Per chi corre i social network non sono dei nemici, anzi. A impoverirne il contenuto è il loro uso sconsiderato che produce una malmostosa glassa di fuffa condita da foto sculettanti e allenamenti improbabili spacciati per record del mondo.
A corollario ci sono le dissertazioni pseudoscientifiche sull’arte perfetta della corsa e tant’altro che alla fine inquinano e intossicano quello che è il più bel gesto umano fin dalla notte dei tempi: correre.
“Dalle piattaforme dei social network vedo fenomeni abbastanza preoccupanti nei runners, in particolare tra i più giovani: sempre alla ricerca di un confronto costante, con il bisogno di “brillare” pena la sensazione di non esistere, “obbligo” di condividere tutto, per soddisfare la propria community.”
Lo sfogo è di David Gonthier, un runner francese che dalla sua bacheca ha sollevato una serie di commenti e osservazioni sulle abitudini di molti runner nel condividere in eccesso la loro vita atletica su tutte le piattaforme.
Quali sono le conseguenze di questo stile di vita si chiede David, uno stress inutile che porta a correre in uno stato di overdose pur di esserci.
I social network vanno usati senza perdere l’innocenza che sta dietro il concetto della corsa, che sarà sempre un gesto semplice fatto da un piede che segue l’altro.
Se i social sono diventati il must di chi corre, spetta a un medico o a un allenatore qualificato stabilire le regole per mantenere la salute fisica e mentale di un runner, non ha chi ha più followers.
Evitando instagrammer / pseudo-influencer runner che fanno sembrare che la norma sia allenarsi 30 ore settimanali, facendo un ultra ogni settimana, per essere credibili.
Perché sentiamo il bisogno di condividere ogni singolo allenamento sui social?
Tutti i giorni!
“A volte alcuni condividono anche la passeggiata mattutina per andare a prendere il pane a 1 km da casa”, commenta scherzosamente un lettore. (ma non c’è molto da ridere purtroppo).
Si corre per sé, per mantenersi in forma, per stare bene e a tal fine vale la pena condividere tutto?
“Le reti sono stimolanti e danno voglia di progredire, però penso che siano capaci di distruggere. Tutto dipende da cosa cerchiamo” dicono i lettori.
C’è chi registra le uscite ma poi rimangono strettamente private.
“Quando pubblico su Facebook le mie escursioni o passeggiate non faccio mai riferimento alle statistiche, metto solo i nomi dei luoghi e delle curiosità visitate con qualche foto possibilmente, in tal modo permetto agli amici di vedere bei posti “.
Pubblicare le statistiche è un po’ come fare a gara a chi ce l’ha più lungo, dove l’imperativo è essere la più forte, il più grande, la più famosa.
Ma ricordiamoci che siamo tutti praticanti sportivi dilettanti, a meno che tu non corra a 2’50” a km sui 10k e in quel caso hai ben poco da mostrare tanto saranno gli altri a mettere in primo piano le tue doti cronometriche.
Buone corse a tutti.