Quindici minuti che fanno la differenza

Se gli anni trascorsi fossero chilometri, si potrebbe dire che questa mezza maratona l’hai vinta tu.

Ti ritrovi oggi a quelle riunioni coi tuoi compagni delle superiori, in cui rivedi la più carina della classe tramutata in una donna quasi normale.

Osservi intorno a te un timido fiorire di pancette e doppi menti, mentre la tua primavera sa di muscoli tonici, di ritrovato benessere psicofisico, al prezzo di qualche vescica sotto il piede e poco altro.

“Ma che hai fatto? Stai benissimo!” -Ti ripetono in coro – “Corro…!” rispondi gongolando, col sorriso stampato soprattutto nell’ anima.

La metaforica medaglia al collo per tanti sacrifici ti fa brillare di una luce visibile anche agli occhi altrui.

Sei diventato un adepto della religione salutista. I tuoi numi protettori sono il medico sportivo, il nutrizionista, il fisioterapista  nonché ogni altra divinità che ti metta in condizione di allacciarti le scarpe e partire per i tuoi km.

Fin qui nulla da obbiettare: un periodico tagliando del proprio stato di salute-specie  dopo i trent’ anni- può solo che essere una benedizione.

Il tuo corpo risponde a tanta cura ammalandosi molto meno.

Da quando vivi in canotta il sole ti regala una pelle quasi costantemente ambrata, cancellando dal tuo volto quel ”color fotocopia” che avevi prima di iniziare a correre.

Ma è vitale che chiunque pratichi sport all’ aria aperta si prenda cura della propria pelle al pari di tutto il resto.

Alzi la mano chi -da maggio a setttembre- prima di iniziare un allenamento o gara si spalma la 50+?

I danni del sole li conosci bene: la pelle invecchia precocemente e si rischia l’ insorgenza di forme tumorali che possono regalarti un pettorale alla “ Corri per il Paradiso”.

Non rinunci facilmente a quindici minuti di riscaldamento: allo stesso modo spendere un tempo identico dal dermatologo ti può salvare dal più bastardo degli infortuni.

I tumori della pelle, specie quelli del genere melanoma, sono come quei podisti che rimangono nelle retrovie della gara per buona parte del percorso. Allora è facile batterli sul tempo, ma se permetti loro di passarti a qualche km dal traguardo, diventa veramente difficile riprenderli.

Chi ti scrive ha rischiato, nella gara della vita, il sorpasso da questo tipo di avversario.

Se oggi posso consultare serenamente il calendario gare 2020, lo devo solo a quindici minuti… spesi sotto l’ occhio di un dermatologo.

Buona vita e buone corse!

Valeria Angrisani