L’allenatore è un fratello maggiore, uno psicologo, padre severo e amico fraterno, anima stimolante nella nostra vita atletica, una figura che fa la differenza.
È capitato a molti di seguire un piano di preparazione di un Coach, e spesso, ne è nato un rapporto che è andato al di là del traguardo.
Dipendenza evolutiva e seppur distratti da mille impegni, sapere di avere accanto un alleato contro la fatica ci rende migliori anche come persone.
L’allenatore sa come parlarci, ci conosce: da come arriviamo al campo a quando finiamo sfiniti l’ultima ripetuta.
Non sappiamo nascondergli nulla e questa trasparenza ha fatto spesso la differenza. Un coach è tutto quello che noi da soli non riusciamo a fare e non intendo 20×400 in pista.
Grazie alle sue tabelle possiamo modificare le indolenze e girarle a nostro favore. Non importa cosa c’è scritto, quanti chilometri faremo questo mese, a noi serve sapere che lui ci sarà.
Ci stimola, ci anima in un ruolo silente nella selva oscura della fatica.
Perché in allenamento ci aiuta ad avere la stessa tenacia e ostinazione di quando diciamo che non vogliamo allenarci, per questo gli siamo grati, per essere completi e soddisfatti di correre insieme.