Ieri mattina siamo partiti per un giro di corsa dentro Roma. Una città che in queste settimane mostra il meglio di sé.
Sarà per le luci accese, per la voglia di riprendere un tempo dimenticato negli spazi accoglienti del centro storico.
Roma era in preda alla frenesia da shopping natalizio già di buon ora. La pioggia caduta all’alba, donava quell’effetto cinematografico di una brillantezza speciale, in cui tutto splendeva, compresi i nostri passi incerti da runners.
Una capitale accesa, più delle luminarie che ne illuminano le notti di questi giorni.
Il giro era partito da Ponte Milvio, proseguito tra chiacchiere e voglia di una tregua chilometrica a ribasso fino alla fontana della pigna.
Il ristoro cittadino che in estate e inverno rinfranca dalla fatica tanti podisti si trova in un angolo che si apre davanti alla basilica di San Marco, è una bella fontana in travertino affacciata su piazza Venezia che ci ricorda che siamo nel Rione Pigna.
Correre tra i turisti distratti e rapiti tra negozi e belle vie del cento, i runners che si riprendono un pezzo di Roma nel rito ormai sacrale della domenica mattina.
Che sportivi saremo senza la liturgia domenicale della corsa, ci avete mai pensato?
Se ci dovessero di nuovo fermare senza poter correre, come potremo attingere, da quel rito settimanale, l’energia necessaria che ci fa essere dei buoni sportivi?
Ciò che resta di un fine settimana di sport è un bilancio ampiamente positivo, di un popolo che sta crescendo e in domeniche come ieri te ne rendi conto più di ogni alto istante.
Allora avanti tutta, tra amici incontrati lungo la strada e la voglia di muovere le città, con il piacere di essere un esempio per molti e dialogare con chi non riesce a capire.
Solo così si fanno sostenitori che diventeranno compagni di corsa di domani.
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