LA PARTE “FUNZIONALE” NELLO SPORT. Analisi tecniche e dinamiche sociali

La parte “Funzionale” negli sport da combattimento, rappresenta la base per le espressioni migliori del vostro Atleta.

Analisi e test di valutazione sul sistema motorio fanno da cappello a quello che poi sarà la risoluzione dei deficit riscontrati.

Il lavoro iniziale consta prettamente sul miglioramento della capacità madre di tutte, la mobilità.
Impedimenti o limitazioni nello svolgimento di qualsiasi azione sono da attribuire ad un’ insufficienza, prima di questa, poi, di quello che è il Reclutamento muscolare corretto.

Possiamo riassumere la parte principale in un assestamento di quella che è la funzionalità strutturale e poi nervosa.

Il tutto si traduce in minor dispendio energetico durante la performance, sicurezza, in termini di abbattimento del rischio di infortuni e potenza.

Ricordiamo anche che risulta impossibile proporre i migliori esercizi per lo sviluppo di forza e potenza se alla base non c’è tutto il resto di cui stiamo parlando.

Viene da sé che spesso ciò che vediamo in giro sono proposte anche sensate, ma che perdono totalmente di valore e significato  se la fase esecutiva non rispetta i parametri per essere sicura ed efficace.

Valutare tutto questo non è semplice fin quando non ci si infortuna.
Fino a quel momento, bene o male si gioca e si combatte ugualmente ed attribuire meriti o demeriti a qualcosa che spesso, in realtà, viene eseguito con gli stessi effetti di una ginnastica generale, non è semplice.

Nella stragrande maggioranza degli sport “di Situazione” la parte “Funzionale” rappresenta il vero ed unico lavoro sensato e valido della preparazione fisica, per diverse dinamiche ed analisi del “gioco” in questione.

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Sport di squadra, e sport  individuali necessitano ovviamente di analisi e scelte differenti in fase di programmazione, soprattutto analizzando le diverse espressioni di forza a cui sono sottoposti.
Per capirsi, un tennista fa cose diverse, sia in termini di quantità, di intensità e qualità rispetto ad un pugile.

Sta di fatto, che senza l’analisi e metodologia funzionale applicata agli Atleti, qualsiasi momento della preparazione, di ogni natura, sarà compromessa in quel momento e durante la performance.

Negli sport di Situazione, la parte più “dinamica” come correre, saltare, cambiare direzione sfruttando rapidità, coordinazione e velocità, viene già allenata durante le fasi di gioco.

So di dire qualcosa che può sembrare strano, ma la verità è che tempo speso per migliorare chissà di quanto la rapidità di piedi di un calciatore, quando questa rappresenta solo una milionesima parte del suo modello di prestazione, è togliere tempo a ciò che ad oggi non viene curato per niente e che realmente renderebbe qualunque Atleta, più forte e longevo.

Che sia per incompetenza, pigrizia, dinamiche societarie ecc.. ora non ci interessa.

Il punto è che le proposte di esercizi ed allenamenti che di per sé vengono già riprodotti durante le azioni di gioco, in realtà rappresentano solo un fac simile di qualcosa che già viene allenato esclusivamente “giocando”

ATTENZIONE non sto dicendo che non servano a nulla, ma saper contestualizzare e capire se realmente il nostro Atleta abbia bisogno di sedute specifiche, di cose che già fa, vuole dire aver letto un deficit importante di qualche capacità specifica.

In caso contrario, è più efficace dedicare la nostra attenzione ad altro, LA PARTE FUNZIONALE.

NONOSTANTE QUESTO pochissimi si specializzano e comprendono l’efficacia ed il valore di questa fetta della preparazione fisica.

Perché? perché ci si accorge dopo, magari a fine carriera, di quanto si avrebbe avuto bisogno di maggiori e migliori attenzioni per durare di più e non passare magari anni da professionista convivendo con dolori o incompetenze, in termini di performance, che potevano essere risolte, infortuni che potevano essere evitati e capacità inespresse perché non curate a dovere.

In questo le società non aiutano, non ci sono i soldi, non c’è la cultura e non ci sono figure dirigenziali che capiscano realmente di sport e preparazione fisica.
Sono più dei business manager che altro.

Proporre Swing, quando ancora non si domina l’esercizio per renderlo efficace, proporre salti in monopodalico con Aquabag, quando ancora non si gestisce l’instabilità sul piano sagittale..

Questo e molto altro fa molto folclore e cattura l’attenzione di chi non conosce a fondo la materia.

Se poi si vince, si diventa fenomeni, se si perde, allora non serviva a niente.

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CIÒ CHE SERVE O NON SERVE LO È A PRESCINDERE DAL RISULTATO IN GARA.

Soprattutto per gli sport “di Situazione” in cui le componenti da prendere in considerazione sono molteplici.

Ciò che serve ad una moto per andare forte e bene, lo sa il meccanico, e la parte dirigenziale deve avere a sua volta le competenze per saper valutare se quel meccanico ne capisce della sua materia oppure no.

Diventare un meccanico di una moto che deve andare a più di 300kmh su diverse angolazioni non è come levare i diaframmi allo scooter dei bambini di 15 anni.

Oggi, la parte funzionale, è curata come se si avesse sotto le mani lo scooter del bambino, a qualsiasi livello, e questa è un’altra fetta del problema.

È un lavoro rognoso.
Inizialmente molto complicato da comprendere e da mettere in pratica a causa di dinamiche di gestione di diversa natura

Ma vi assicuro, La Funzionalità, capita ed applicata con intelligenza è una bomba per la longevità e la performance di ogni Atleta.

Una volta stabilito un buon “compromesso” tra la libertà di esplorare delle articolazioni ed il corretto Reclutamento motorio, ciò su cui dobbiamo concentrare la nostra attenzione è la gestione del movimento nelle diverse situazioni gravitazionali a cui sarà sarà chiamato a rispondere l’atleta durante la sua performance.

L’analisi del modello di prestazione ci permette di analizzare quali siano i piani e le entità degli “stress destabilizzanti” a cui si sottopone il nostro Atleta per il suo sport specifico

La conoscenza della corretta esecuzione ed il controllo di ciò che deve accadere durante le fasi di allenamento mirate a questo obiettivo fanno totalmente la differenza tra un seduta che abbia un senso oppure no

Salti, spostamenti, esercizi di qualunque natura, se eseguiti senza saper leggere quali siano le catene che debbano attivarsi, affinché l’esercizio abbia realmente la sua efficacia sul sistema motorio, equivalgono a “passi di un ballo” che non portano a nulla.

L’ESECUZIONE FA LA DIFFERENZA.
SENZA ESECUZIONE SI CHIAMA “BALLETTO”

LA STABILITÀ ED IL CONTROLLO del movimento, ci permettono di dominare ogni gesto, con coscienza, lucidità ed efficacia.
Tutto questo si COSTRUISCE.

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Dalla situazione gravitazionale più “comoda”, supini, reclutiamo, attiviamo, destabilizziamo e dominiano, in statica e poi, in dinamica, le situazioni a cui costringo il sistema corpo.

L’insegnamento degli esercizi e  della gestione dinamica durante fase eccentrica (di ceduta) e concentrica (di spinta), sono fondamentali per un’adeguata coscienza del proprio corpo.

Il rapporto tra le due fasi deve essere monitorato con attenzione per essere sicuri che, in seguito, la fase balistica, o la gestione di stress pesanti  sulla struttura, siano sicuri ed efficaci.

Se un semplice rapporto 3/1,2/1,1/1 ancora non è maturo, risulta rischioso passare a cose più dure da gestire

È un lavoro complesso che richiede un’attenzione che nessun sensore  può sostituire. L’esperienza e l’occhio allenato per diventare bravi in questo, richiede tempo e dedizione.

  • Come compongo le “situazioni destabilizzanti”?
  • Quando posso procedere e quando invece è necessaria una regressione?
  • Dal piano sagittale, quando passo in piedi?
  • Dove posiziono gli strumenti che mi aiutano ad attivare o destabilizzare?
  • Posso proporre ora un lavoro a circuito o ancora no?
  • È possibile rendere il lavoro funzionale, più metabolico per gli atleti?

C’è un mondo da conoscere riguardo il corpo umano e la metodologia dell’allenamento e di certo nulla di tutto questo può essere accostato a quello che è “l’allenamento funzionale” come viene interpretato oggi.

Credo che l’attitudine per questa fetta della preparazione fisica la si abbia o no, un po’ come la maniacalità tattica per gli allenatori.

Ad ognuno il suo, giustamente!

Sta di fatto, che la preparazione fisica È gran parte costituita dalla parte Funzionale, un Funzionale costruito dalle fondamenta, che abbia alle spalle un’analisi ed una programmazione specifica.

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Oggi, le dinamiche politiche e la scarsa cultura societaria, non permettono forme contrattuali idonee per professionisti di un determinato calibro.
Molti preparatori non esprimono le proprie competenze perché non ci sono le condizioni che un buon lavoro dovrebbe garantire.

Spesso, operare come preparatore fisico è più un’esigenza personale dettata da una passione sfrenata per la metodologia dell’allenamento.

Riuscire a testare, mettere alla prova, scoprire dettagli, confermare ipotesi ecc.., è una mania del Preparatore che farebbe (e spesso fa) tutto anche gratis, pur di poter mettere in pratica tutto ciò che conosce e vedere i risultati di ciò che propone.

Così tanto romantica quanto avvilente è la condizione in cui si analizza una situazione che non vede nessuno ai vertici che abbia interesse e competenze per valorizzare ciò che in realtà rappresenterebbe l’eccellenza della cultura sportiva.

Una cultura che non fa assolutamente rima con soldi e business, per questo, non andrà mai come dovrebbe.

 

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