Lunedì scorso in ufficio avevo avuto la netta sensazione che non sarebbe stata una settimana santa.
Da convinto sostenitore che il cambiamento di certi orizzonti dipende da noi, la prospettiva di ciò che sembrava un momento in salita ha girato a mio favore decidendo di partire per l’Isola d’Elba.
L’arcipelago toscano da Capraia a Giannutri, passando per Montecristo, Giglio, Pianosa e l’Elba è una terapia psicologica e fisica incomparabile.
Giovedì mattina in uno scenario fino a pochi giorni prima solo pensato, pedalavo sulla provinciale 25 che cinge l’anello occidentale dell’Elba, il giro perfetto davanti al gruppo di isole, creando uno stato di esaltazione emotiva e fisica che era oltre quanto avevo solo sperato.
Dopo averci lasciato anima e corpo nelle gare di triathlon dell’Elbaman, questa volta era diverso.
Mi sono goduto i colori, i silenzi e lo spettacolo delle diverse proporzioni sulla linea del mare e del suo parlarti con l’infrangersi sugli scogli.
Scrivere, leggere, fermarsi, sedersi e semplicemente non fare nulla, mangiare se ne hai voglia e ascoltare le storie di chi vive un posto che non ti fa sentire ospite mai.
Il bello di viaggiare da soli è avere la libertà di fare ciò che si vuole in ogni momento, l’unico limite è il cielo e le sue nuvole.
Il paesino di San Piero, sulle colline di Marina di Campo, dove sono stato ospite e dove mi hanno fatto sentire a casa nella pensione a gestione familiare “la Rosa” (mi raccomando non lasciatevela scappare e con essa il loro ristorante “l’Ottavo”, uno dei migliori dell’isola) è stata la partenza dei giri in bici, delle corse a perdifiato e delle escursioni fin sopra il Monte Capanne.
Ogni volta che mi trovo in un luogo dove la natura, l’arte o l’intelletto umano lo hanno reso unico penso che lui è lì sempre, anche quando torniamo a casa e vi abbiamo vissuto un momento speciale al suo cospetto.
Così è stato sulla parte più alta dell’isola da cui si ha una vista a 360 gradi del Mediterraneo.
La felicità che si prova davanti a tanta bellezza non si esaurisce in pochi scatti inscatolati nel telefono ma te la porti dietro per tutto il tempo che verrà.
La capacità di cambiare orizzonte serve a questo, così quando sarai in affanno ricorda di questo passaggio, o cambiamento parziale, utile a non perdersi tra gli incastri quotidiani dove il nostro sguardo diventa miope e a tratti spaventato.
Fanne tesoro e ricorda che le isole non sono luoghi dove ci si estranea ma spazi in cui ritrovarsi con sé stessi, ricaricare le energie e poi, in mezzo agli altri, far sentire gli effetti migliori.