Per avere una visione quanto più ampia possibile di come sarà il running romano dal 4 maggio in poi, abbiamo intervistato Angelo Diario, il Presidente della Commissione Capitolina “Sport, benessere e qualità della vita”.
Un punto di vista istituzionale, auspicando un dialogo tra Amministrazione e la FIDAL in grado di porre in essere azioni concrete che diano un segnale immediato per la ripartenza in sicurezza e con impegni economici per tutto il sistema.
Presidente come sarà il running romano dal 4 maggio?
La speranza è che il running romano possa riprendere, sempre in solitaria, almeno con la libertà di correre senza limitazioni rispetto alla propria abitazione. Limitazioni sule quali, per inciso, personalmente sono sempre stato contrario: costringere chi fa jogging a non allontanarsi da casa significa solo aumentare il rischio di assembramenti (penso ad esempio ai condomini molto numerosi).
E’ stato avviato un lavoro di squadra tra Fidal e Comune per far ripartire le attività all’aperto, migliorare la fruibilità degli impianti in sicurezza e senza ulteriori spese per gli atleti?
È auspicabile e, di fatto, è quello che sta accadendo. Il dialogo tra l’Amministrazione Locale e il Comitato Regionale della Federazione non si è mai interrotto. Fidal Lazio, infatti, oltre ad occuparsi delle corse, gestisce tre impianti sportivi comunali, che sono un punto di riferimento importante per migliaia di atleti amatoriali e non. Nella prima fase della ripartenza la gestione degli spazi sarà fondamentale, con accessi limitati – per fasce orarie – e una riapertura progressiva (che inizialmente non riguarderà gli spogliatoi, che resteranno chiusi).
Quando sarà pensabile di indossare di nuovo un pettorale?
Penso che un ritorno alle competizioni su strada potrebbe avvenire in tempi relativamente brevi (la Federazione ha già avanzato delle proposte al riguardo) ma non saranno le stesse gare di prima. Le grandi manifestazioni podistiche da migliaia di partecipanti al momento non sono immaginabili. Dovremo studiare formule nuove, in scala fortemente ridotta, con partenze a onde costituite da pochi atleti (al limite da un solo atleta): una sorta di gara a cronometro.
Cosa sta facendo il Comune per mettere in sicurezza zone dedite al running? Roma Capitale farà controlli sulle aree dedicate ai runners ?
Il Comune ha monitorato tutte le aree pubbliche potenzialmente dedicate ai runners, come ad esempio le piste ciclabili o i parchi. Durante il lockdown questo si è tradotto, in sostanza, nella loro chiusura. In vista della “Fase 2” il Comune sta studiando delle riaperture progressive. Penso in particolare ai parchi, che dovranno necessariamente essere controllati poiché è facile immaginare che, dopo due mesi passati chiusi in casa, i romani che vorranno tornare a immergersi nelle aree verdi della città saranno tanti.
Uno sgravio fiscale per gli organizzatori, la riduzione spese per la polizia locale e altre incombenze potranno agevolare la ripartenza?
Gli aiuti di tipo economico di certo non fanno male e lo sgravio delle spese per i servizi offerti dalla polizia locale, problema emerso già prima dell’emergenza, contribuirebbe al rilancio dell’organizzazione di eventi sportivi su strada. L’ostacolo vero, però, è l’incertezza sui tempi che saranno necessari per poter consentire nuovamente lo svolgimento in sicurezza dei grandi eventi podistici. La verità è che ad oggi nessuno può dire quando torneremo a vedere le immagini delle gare con centinaia o migliaia di runners pronti a scattare al momento dello sparo.
Il Comune di Roma pensa a un sostegno economico alle società che svolgono attività sui campi e non hanno più le entrate come organizzatori visto che si rischia di non avere gare almeno fino al 2021?
Purtroppo il Comune di Roma non può permettersi di pensare a un sostegno economico di questo tipo. Le società sono state travolte da una crisi inimmaginabile e senza precedenti, che ha colpito tutto e tutti, compresi gli stessi Comuni. Uso il plurale, perché questa è una condizione che accomuna tutte le Amministrazioni Locali: la totalità dei Comuni ha visto azzerarsi una parte consistente delle proprie entrate previste in bilancio (per Roma Capitale le mancate entrate da tassa di soggiorno, da occupazione di suolo pubblico, ecc. hanno originato un “buco” stimato in 700 milioni di euro); d’altra parte, tutti i Comuni sono soggetti al pareggio di bilancio. Gli aiuti economici alle società saranno soltanto quelli previsti nei decreti governativi, come ad esempio i 600 euro al mese per i collaboratori sportivi previsti nel “Cura Italia”.
E’ auspicabile, dal lato degli organizzatori, una semplificazione dei permessi per le gare, nella fase in cui ripartirà il movimento podistico in città?
Sì, decisamente. Siamo consapevoli, infatti, del fatto che negli ultimi due anni sono sensibilmente aumentate le incombenze richieste agli organizzatori, di cui le spese per i vigili alle quali accennava una precedente domanda sono solo l’ultima in ordine di tempo (e la più consistente dal punto di vista economico). In particolare penso al piano per la sicurezza, ai vigili del fuoco, alle persone impegnate per la protezione civile: tutte richieste necessarie al fine del rilascio dei permessi che hanno aumentato gli aggravi per gli organizzatori e renderanno molto probabilmente non sostenibile una ripartenza, se non verranno profondamente riviste. Insieme all’Assessore Frongia e alla Sindaca Raggi ci siamo già rivolti in passato all’Anci e al Governo per chiedere un ripensamento di queste misure (ricordo, infatti, che questi sono “appesantimenti” burocratici che derivano da norme nazionali, i Comuni sono obbligati ad applicarle).
L’impegno per la sicurezza davanti all’emergenza potrebbe diventare una occasione di riscatto per la città e il mondo running coinvolto? Così ad esempio il comune penserà a attivare/riattivare alcuni servizi/attrezzature per le aree di running su strada? Come rimettere gli attrezzi al biscotto di via delle Terme di Caracalla, riaprire i bagni lì chiusi da tanto tempo, così come a Villa Pamphili con doccia, attrezzare zone nuove su strada con delimitazioni spartitraffico, aprirne di nuove per gli allenamenti-
L’impegno per la sicurezza potrebbe diventare una occasione per conquistare nuovi spazi dedicati al running, non tanto in termini di attivazione/riattivazione di servizi e attrezzature dedicate, quanto piuttosto in termini di nuove disponibilità, anche se non come risultato di misure pensate direttamente per la corsa.
Ad esempio, nei prossimi mesi dovranno essere apportate importanti modifiche al modo di spostarsi in città: in molti Comuni sono allo studio interventi finalizzati alla realizzazione di nuove piste ciclabili, oppure si pensa a corsie riservate a bici e monopattini.
Tutti questi spazi saranno a disposizione anche per chi si sposta a piedi, per ragioni lavorative e/o altre incombenze, ma anche semplicemente per la voglia di fare attività motoria.
Tra le tante incertezze che caratterizzano il prossimo futuro, di una cosa sono certo: correre in libertà sarà una delle prime riconquiste alle quali andremo incontro.
Marco Raffaelli