I suoni della città cambiano sempre e creano un ritmo che muta in base a come la viviamo.
Cosa ascoltiamo ogni giorno e cosa possiamo produrre, dipende dalla nostra attività nel vivere le sue strade.
Il tempo di ascolto e quindi di osservazione varia in base al mezzo con cui ci spostiamo in città.
In macchina suoni della città non ci sono.
Dentro l’abitacolo sei isolato, tuttalpiù non vai oltre le auto davanti e se sei fermo in mezzo al traffico ciò che scorgi, quello che senti è ridotto al minimo, di fatto, il problema per chi vive in città su quattro ruote, è se stesso.
Se ti muovi in moto i suoni della città sono ridotti al minimo.
L’angolo di visuale è ancora più ristretto, i disturbi dall’esterno sono bloccati dal casco e dalla velocità che chiude la lente con cui osservi il tragitto, veloce, sincopato e in equilibrio.
Muoversi in una città come Roma ha le sue ricorrenze, così come tutte le grandi città viverci vuole dire mettersi in relazione con altri come te, che non hanno una visione completa ma spesso è adattiva.
Se sei in bicicletta il tempo è tuo alleato e alzare la testa, drizzare le orecchie per sentire i suoni della città è facile. Osservare l’ambiente è piacevole e stimolante.
Ma quando siamo con i nostri passi che tutto cambia.
I suoni della città tornano alla percezione naturale, senza filtri captiamo ogni vibrazione.
Marco Valerio Marziale è stato un poeta romano, ritenuto il più importante epigrammista in lingua latina. Vissuto nel 60 dopo cristo sotto l’impero di Tito, nei suoi versi parlava di una Roma rumorosa, e nel leggere i suoi epigrammi sembra di stare tra i vicoli della suburra a ridosso dell’anfiteatro Flavio nei giorni della inaugurazione da parte di Tito.
Si perché la città non solo ha un ritmo di avanzamento nel nostro tempo, ma è cambiata anche nel tempo stesso. La caratteristica è una sola: un suono dentro il quale siamo immersi ogni giorno, non basta ricordare il silenzio del primo lock down per capire quanto fosse bella.
Correre a Roma o in qualsiasi centro abitato può essere un vero centro di ascolto permanente, parti dal tuo respiro, i tuoi piedi a terra e crei una composizione insieme ai suoni che ti arrivano da ogni direzione.
Allora proviamo a fare l’esercizio che sta alla base di una convivenza con i suoni della città, basta scendere in strada e correre e ancora meglio camminare.
Proviamoci e amiamoci in un suono diverso.
Buon passo a tutta la città