Il suono della fatica

Avete mai provato a sentire il suono della fatica? Quel segnale che parte dal basso, e arriva fino alla pancia e poi in testa e le cui vibrazioni ti scuotono lo spirito e ti gonfiano le vene…

Se alzate bene il volume lo potete sentire nei passi di un gruppo di atleti che corrono con lo stesso ritmo.

 

In 40 secondi c’è il lavoro che impone un’andatura di 5’ a km per 20 chilometri. Non è una gara, non è la sgambata sotto casa, ma un vero allenamento in vista di una maratona che questi ragazzi correranno tra poche settimane.

Per percepire il vostro passo usate l’esperienza o la follia di chi inizia e capirete che musicisti straordinari diventate ogni volta che andate a correre.

Il suono della fatica è la playlist perfetta. La musica che nessun musicista potrebbe ripetere con uno strumento, tanto meno con la sua voce.

Un brano musicale che è una overture eseguita prima dell’apertura del sipario. Prima della vostra opera lirica più bella che durerà 42195 metri.

 

Il suono della fatica non ti lascia mai solo

Un’armonica naturale che solo il corpo può creare, e si espande per 20 km senza lasciarvi mai soli

I passi si uniscono in un solo canto, leggeri e pesanti ma tutti scritti sullo stesso pentagramma. Una successione di suoni diversi. Ognuno con il proprio ritmo genera una frequenza diversa e sostiene l’onda perfetta che state ascoltando.

Il suono della fatica prodotto dal corpo non è puro, ma è composto da un mescolanza di note in cui al suono fondamentale se ne aggiungono altre più acute e meno intense.

Mentre correte amplificate il timbro mettendoci sopra il vostro respiro e i pensieri, ed ecco il concerto di cui siete autori e spettatori.

Cosa ti porta a correre per 20 km a un ritmo per te a tratti insostenibile se non la voglia di andare a sentire il finale? Ma non solo, è merito anche di quell’ansia creatrice che non ti fa soffrire, del tuo compromesso con la fatica che ti fa dire “ancora uno!”.

Il suono della fatica non ti lascerà mai nella vita. Per qualsiasi andatura potrai reggere è il solo compagno fedele che sarà sempre con te.

Non resta che rimanere in ascolto ogni volta e percepire tutto ciò che sale e ti scuote fino all’ultimo metro.

Perché il suono della fatica è una successione di segnali le cui frequenze sono multipli di una nota di base, fondamentale, definita solo dal tuo bisogno di capire quanto vali fino in fondo.

 

Marco Raffaelli

 

L’esito di una overture perfetta