Dedicato a chi fugge, a chi corre verso una vita migliore

Refugees and migrants arrive on the Greek Lesbos island after crossing the Aegean Sea from Turkey on November 7, 2015. Nearly 500 people have died trying to cross the Aegean Sea from neighbouring Turkey this year, many of them in the narrow but treacherous stretch separating Lesbos from Turkey. AFP PHOTO / ARIS MESSINIS (Photo credit should read ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)

Il libro di Storiecorrenti ha una dedica che dà il titolo a questo post, e che porta con sé una duplice visione della nostra società.

Quando stavamo lavorando alla struttura del testo, volevamo uscire dallo schema di un libro esclusivamente rivolto al running nella sua forma più ortodossa.

Non volevamo un prodotto per chi vuole correre più forte, non avendone le professionalità degli allenatori, non voleva essere un libro evocativo di certe emozioni finalizzate alla performance estrema.

Quello che ci interessava era una narrazione che raccontasse le nostre strade.

Con questa impostazione abbiamo messo insieme ogni angolo delle vie percorse e ascoltate, siamo stati spugna, nella quale sono rimaste le vicende di popoli, regioni, strade di città e vicoli di paese.

La dedica è proprio figlia di questa permeabilità sociale, grazie alla quale abbiamo pensato a chi corre per scappare da una vita ingiusta e nel contempo a chi corre per migliorare quella che sta vivendo da questa parte del mondo.

Sicuramente, i ragazzi della casa famiglia a cui sono dedicate le pagine, non pensano a correre per la salute, non credono che lo sport possa essere una medicina preventiva.

Tutt’al più, pensano allo sport dei campioni calcio, al riconoscimento sociale figlio di uno status economico esclusivo, sono adolescenti e, a quell’età, i pensieri sono sempre gli stessi.

Quando in passato andavamo a trovarli, condividendo una cena in casa famiglia, entravamo con la scusa di parlare di sport. Portavamo con noi delle scarpe da running con l’idea di portarli a correre con noi.

Con il tempo qualcuno è venuto, ha imparato a correre forte e chissà se ancora oggi corre nel mondo.

I ragazzi che passano in casa famiglia ci restano fino alla maggiore età, vi entrano sempre più giovano, tra i 13 e i 14 anni dopo aver affrontato un viaggio impensabile per noi turisti del mondo. Il film “Io capitano” vi aiuterà sicuramente a capire, ma oltra alla rotta del mediterraneo c’è una seconda via altrettanto battuta che è quella balcanica.

La lunga strada che porta in Italia l’abbiamo conosciuta una sera in cui, uno dei ragazzi a cui regalammo le scarpe, ci disse senza timore, “ che vuoi correre con me? Io sono più forte, io ho camminato dalla Grecia all’Italia….”

Di fatto era entrato nel nostro paese attraverso la rotta dei Balcani, provenendo dall’Egitto.

Non possiamo salvare i loro paesi da cui fuggono, ma possiamo aiutarli a vivere meglio qui da noi, con lo sport, con i proventi del nostro libro, in un momento della vita che è di transito, per alcuni, nell’attesa di andare via anche da qui.

 

Dona 12 euro alla casa famiglia l’Approdo con l’acquisto del nostro libro.

Il nuovo libro Storiecorrenti – Il Running è una cosa seria