Curvy e l’inclusione dell’essere

Ho sempre temuto il giudizio degli altri e a volte me ne sono fatta una malattia…

Non so se nella vostra vita vi siete mai sentite inadeguate o inadatte in certe circostanze, tanto da dover rinunciare anche solo a provare a fare determinate cose.

Io, sì, spesso e volentieri, perché non mi piacevo e perché tanto a scuola ero sempre quella che nessuno invitava a ballare.

Così poi un giorno, non ricordo di preciso quale perché ho sempre fatto sport, e forse questo mi ha dato la forza e il coraggio di lavorare su me stessa, mi sono guardata e ho capito che quello che volevo era muovermi per raggiungere l’obiettivo.

Il coraggio, ecco, forse è questo che un giudizio non riesce a toglierti, poiché

“IL GIUDIZIO E’ COME IL RISENTIMENTO, FA MALE A CHI LO PROVA” .

Ce lo siamo detti giorni fa con Fabiana Sacco, che fa parte di un’associazione che si occupa dell’inclusione, dell’essere le ” Curvy Pride“. Movimento nato nel 2013 in seguito ad un flash mob in Piazza Maggiore a Bologna per lanciare un messaggio di protesta “morbida”, per affermare il diritto a un’idea di bellezza che non discrimini e non crei modelli irraggiungibili e dannosi, ma consenta di essere in armonia con se stessi.

Fabiana Sacco
Direttrice Generale di Curvy Pride – Aps

Un gruppo bellissimo, un punto di riferimento sia per uomini che per donne che vogliono riappropriarsi del rapporto con il proprio corpo e con il loro io, senza essere condizionati dal giudizio degli altri, per vivere con pienezza la propria vita e non cercare di somigliare a nessuno.

Perchè, parliamoci chiaro, da sempre ci hanno inculcato che essere magri, a dieta e in linea è l’unico modo per emulare la modella di turno, il prototipo di bellezza ideale.

Ma modella ci nasci, c’è poco da fare, se non sei alta quanto basta e geneticamente predisposta, potrai mettere tutti i tacchi del mondo, ma se sei 1,60-65 di altezza non rientrerai nella categoria Top Model.

Ecco, soprattutto il peso continua a essere un argomento molto delicato su cui discutere.

C’è ancora molta pressione sulla forma fisica delle donne, ma la perdita o l’aumento di peso dovrebbe essere un fatto del tutto personale, e non un criterio con cui fare valutazioni o per identificare le persone, soprattutto quando non si sa che tipo di decisione o di percorso ci sia dietro.

Perchè spesso ci si sente giudicate, ma in negativo, e quindi si tende a coprire ciò che madre natura ci ha regalato.

Le curve, quelle che tutte noi abbiamo, anche noi runner amatoriali, noi che magari abbiamo iniziato a correre in seguito ad una o più gravidanze, per la voglia di rimetterci in forma o magari per nascondere quei sensi di colpa per quei chili di troppo che ci fanno sentire comunque a disagio.

Ma cosa avranno più di noi quei manichini con tutta quella roba che gli scivola addosso così perfettamente bene?

Vi dico una cosa magari riesco a farvi sentire meglio. Sapete cosa vuol dire Curvy?

Deriva da curve e più precisamente è un termine inglese, e in italiano è di facile intuizione: curvo/curva. Il suffisso -y lo fa diventare a sua volta un aggettivo. Negli ultimi tempi il termine curvy è molto usato nella nostra lingua per definire donne con le curve, donne con le forme, donne formose, ma anche donne che indossano le taglie forti.

E’ entrato nel nostro linguaggio, soprattutto e per fortuna, nel campo della moda.

Curvy dalla taglia 46 alla 50 non vuol dire essere “ ciccione”, così come ci hanno fatto sempre credere.

Se state guardando quel manichino così come si può guardare un obiettivo da raggiungere e quello che vi siete prefissate, sappiate che sì, può essere stimolante, ma non fatevene una malattia.

Avere una taglia in più o due non farà la differenza, sarete comunque runner o quello che vorrete voi e avrete quella Curvy bellissima che un manichino non potrà mai indossare: il sorriso.

Certo con questo non voglio dissuadervi dal fare una dieta per sentirvi meglio no, però fissarsi come se questa sia l’unica soluzione possibile e farsene una malattia non sarà sicuramente salutare.

Bisognerà solo avere il coraggio di prendere la taglia giusta, sentirsi più sicure e a vostro agio, allacciare le vostre scarpe e, con il coraggio che vi contraddistingue, uscire con disinvoltura a correre o a fare quello che più vi piace e togliersi di dosso l’inadeguatezza.

A me piace pensare al mondo delle Curvy includendo al suo interno tutte, ma proprio tutte le donne che hanno ‘un eccesso di perfezione’, si di perfezione.

Perfino le statue di marmo dei grandi maestri sono integralmente rotonde, trovatemi una statua “secca” e “piatta” senza un po’ di pancetta.

Da che mondo è mondo quelle con un chilo o tanti in più, con una rotondità o tante in più si sentono comunque donne che vogliono imparare ad amare la loro perfezione, perché non esiste la perfezione, ma solo il vivere bene e felici nel proprio corpo, accettandolo, amandolo e curandolo in ogni senso.

Conta come ci si sente, non i chili in più o in meno.

La bellezza non è una taglia, è uno stato dell’anima… E magrezza non è sinonimo di bellezza… E’ il coraggio ad essere se stessa che rende una donna unicamente bella (parola di Curvy Pride e anche un po’ mia).