Correre di padre in figlia

Correre. Per noi runner è una parola magica che ne racchiude tante: forza – competizione – tenacia – sfida, che ci porta ad andare oltre i nostri limiti pur di arrivare al tanto desiderato PB.

Spesso siamo solitari (i ritmi frenetici della vita ci portano ad allenarci negli orari più impensabili per le comuni persone) qualche volta ci alleniamo in gruppo più raramente con le persone con cui condividiamo la vita.

Ma ci sono dei casi in cui, la nostra passione, è anche dei nostri figli.
E li tutto cambia perché ci rendiamo conto che non possiamo reggere il confronto.

Non ci diamo per vinti e l’orgoglio è capace di trasformarci in supereroi pur di non mostrare ai loro occhi segni di debolezza.

“Papà domani andiamo ad allenarci alle 6.00 ai marmi, C’è il lavoro te lo ricordi?” Stasera petto di pollo e verdure. A letto presto che domani la sveglia suona alle 5.00”

E tu ti ritrovi a 50 anni ( e più) a passare il sabato sera a casa, a mangiare come se stessi in ospedale e ad andare a dormire presto consapevole che il giorno dopo la sveglia non perdona!!!

Poi però già pensi all’allenamento della domenica mattina, ad immaginare cosa accadrà

“Riuscirò a stargli dietro? Ce la farò a finirlo tutto? “

E lei che ti vede un po’ preoccupato ti domanda, pugnalandoti alle spalle, “ Papà ti vedo pensieroso. Hai paura che domani non ce la fai???

Ma tu sei un runner e subito trovi la forza per dirle “ Stai attenta a te domani, guardati le spalle, sentirai il vento dietro le orecchie”

E qui rinasci, ti senti forte, quasi una macchina da guerra ma lei rincalza “ SEEE VABBE!!!!Ma do vai!!!!!!!- Pensa a finirlo l’allenamento”

E tu per non darle soddisfazione, rincari la dose “ Pensa per te che io sto in grande forma, so un treno, domani te faccio vede io chi è il più forte”

E vai a dormire con la consapevolezza che forse non riuscirai a batterla perché lei ha 30 anni meno di te, una grande determinazione e voglia di vincere ma questo non ti fermerà e non le darai la soddisfazione di dirti “ Papà te l’avevo detto”

E poi arriva il giorno della gara che avete scelto insieme e studiato tutto il percorso ( 21,097 km) . Vi siete preparati bene: ripetute – medi – progressivi – lunghi ; ora è arrivato il momento di correre la vera sfida.

Tu da perfetto papà le raccomandi “non partiamo davanti facciamoci portare dal gruppo poi incominciamo ad aumentare il passo. Ricordati che i km sono tanti e la gara va gestita altrimenti rischi di crollare nel finale”

Ti senti il ruolo di colui che ha grande esperienza con le lunghe distanze e le continui a dispensare consigli “ controlla il respiro ….. mi raccomando il movimento delle braccia….controlla la velocità …”

E lei “ Si papà lo so non mi ripetere sempre le stesse cose- mica è la prima gara che faccio- lo so quello che devo fare”

Partite insieme davanti, ad un ritmo troppo veloce, l’adrenalina sale e le gambe volano; i km passano e in testa un solo pensiero: arrivare al traguardo.

Lei è davanti a te tu la raggiungi e per un pò correte insieme ma la fatica inizia ad arrivare e gli anni iniziano a sentirsi tutti.

Lei allunga tu le stai dietro, non la raggiungi ma sei felice lo stesso.

Lei vola sotto il traguardo e quando arrivi anche tu non esiste più rivalità ma solo un bellissimo abbraccio.

Lei una vera TOP tu un vero TAP(ascione)

Stefano Cappelli, papà di Giulia.