Ogni volta che vado a correre mi dico ‘Giulia quanto sei fortunata nel poter condividere la più grande passione con una delle persone più importanti della tua vita, tuo papà.
Correre con lui vuol dire entrare quasi in simbiosi, capisco le sue sensazioni, le sue emozioni, il suo respiro, i suoi passi, la sua ombra… insomma correre con lui vuol dire fondersi in una stessa persona, due corpi un’anima.
Mio papà è un uomo tosto, testardo, non si spaventa di niente e se vuole una cosa la raggiunge a tutti i costi, un po’ come me, d’altronde…due corpi un’anima.
‘Papà domani ore 6.00 allenamento ai Marmi, che fai vieni pure tu?’
La frase che ripeto tutti i giorni, e la risposta è sempre la stessa:
‘che allenamento devi fare?’
E così inizia la lunga discussione su: cosa mangiare a cena, sui tempi di recupero, sui passaggi ai 100 metri ‘allora 3’40’’ sarebbe 22” ogni 100 metri giusto?
Quindi tabellina del 2?’’ , sulle scarpe da mettere e quindi da portare
‘Ma che dici metto le ‘’gazzelle’’?’ (Per chi si stesse chiedendo cosa sono le gazzelle, sono le scarpe veloci, lui le chiama così!), sul tempo farà freddo, metto il pantalone lungo, il ciclista o il calzoncino?’
E sulla propria condizione fisica ‘oggi ho fatto 50’ ma stavo a pezzi’ oppure ‘oggi ho fatto 50’, mamma mia come andavo, per strada la gente che mi vedeva mi faceva quasi gli applausi’.
Correre con lui vuol dire condividere le paure, i dubbi e le insicurezze ma è proprio averlo accanto che quando mi sento stanca e affaticata basta una sua parola, un suo incitamento a tirarmi su e a darmi la forza di stringere i denti e non mollare.
Correre con lui vuol dire condividere il coraggio di provarci fino all’ultimo centimetro ‘bisogna prendersi anche la propria responsabilità, rischiare e provarci fino alla fine mi disse in una delle gare per me più importanti, frase che non scorderò mai.
Correre con lui vuol dire anche capire le sue paure ‘Giulia non so se riesco a tenerti il ritmo per tutti i 21 km’, ‘Giulia partiamo più piano ‘Giulia oggi le gambe non vanno’ … ma che poi una volta che superiamo la linea di partenza, volano via per lasciare spazio solo al rumore dei nostri passi che vanno in sincronia, diretti al nostro obiettivo, due corpi un’anima.
Quando corriamo siamo di poche parole, anche perché il fiato è quello che è, ci basta uno sguardo e sappiamo esattamente come stiamo e qual’è la nostra condizione fisica.
Correre con lui vuol dire condividere sorrisi ma anche pianti e delusioni, vittorie e sconfitte, periodi di luce e periodi bui ma è proprio avere papà al mio fianco che riesco sempre a rialzarmi quando le cose vanno male e andare avanti.
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‘Giulia una volta toccato il fondo si deve solo risalire’. Sa sempre come tirare fuori il meglio di me… due corpi un’anima.
Correre con lui vuol dire entrarci in competizione (quella sana):
‘Papà te sfonno, guardati le spalle’ – ‘Oggi ti faccio senti’ il vento’ la sua classica risposta.
A volte sulla ciclabile di Ponte Milvio facciamo a gara, oppure se io lo vedo da lontano devo a tutti costi raggiungerlo e superarlo e viceversa..
‘oggi t’ho fatto vede come si corre’ mi dice quando quelle RARISSIME volte mi sta davanti…
Tutto questo mi piace da impazzire, perché nonostante la corsa sia uno sport solitario e a volte ‘piatto’ o ‘monotono’, insieme non ci annoiamo mai!
Ma la cosa che amo di più sono gli abbracci che ci diamo dopo una gara o dopo un allenamento, abbracci che valgono più di mille parole, abbracci che ti fanno capire che tu hai tutto quello che serve per stare bene e per essere felice.
Quando mi stringe al suo petto, sento il suo cuore ancora a mille, un po’ per la fatica della gara o dell’allenamento ma soprattutto per tutte le emozioni che in quel momento prova e che solo avendolo stretto a me riesco a percepire sulla mia pelle, due corpi un’anima.
Insieme dritti al traguardo, anche in un giorno di pioggia tutte le nuvole vanno via..
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