Mi chiamo Alex Roca Campillo e sono un giovane barcellonese con tanta voglia di vivere.
Proprio tanta, perché all’età di 6 mesi mi avevano diagnosticato un’encefalite erpetica virale (herpes cerebrale) che mi ha causato una paralisi cerebrale con il 76% di disabilità fisica colpendomi nella parte sinistra del corpo.
Oggi ho una ridotta mobilità ma riesco comunque a comunicare attraverso il linguaggio dei segni.
I dottori dissero che non avrei vissuto e che avrei avuto allucinazioni per il resto dei miei giorni. Ma non mi sono arreso, cercando di non pormi limiti, nonostante ne avessi di visibili e invisibili.. sono andato avanti con tutte le forze a mia disposizione.
Nella mia vita ho avuto molte barriere ma le ho superate per quanto ho potuto e con un sacco di sforzi.
Attualmente? Studio, lavoro, guido l’auto, ho una compagna e una vita “normale”.
Per me, lo sport è molto importante, perché lo vedo come un modo di vivere per migliorare me stesso.
Credo i limiti siano negli occhi di hi guarda… Ognuno di noi dovrebbe essere il padrone del suo destino e delle sue possibilità.
Ho realizzato 4 triathlon (1 a Gavà e 3 a Barcellona) e 1 aquatlon (a Cambrils), l’Orbea Monegros 2017 con un totale di 117,5 km e diverse corse di 5 e 10 km.
Nel 2018 ho partecipato al TITAN DESERT e alla PILGRIM RACE.Oltre allo sport, mi diverto a tenere discorsi e a dimostrare alla società che il limite è un ponte instabile, ma che con tutte le forze si può oltrepassare, sensibilizzando e avvicinando la società alla disabilità.
Non mi piace questa parola, mi piace vedere che siamo persone con abilità diverse e ci piace essere trattati come gli altri.
Mi piacerebbe essere guardato come gli altri, perché nello sport alla fine la cosa che ci accomuna tutti è la stessa passione e lo stesso obiettivo.
Qualsiasi esso sia…un traguardo raggiunto, di un sogno avverato e di sentirsi vivi e io oggi mi ci sento ogni giorno di più…
Grazie Alex
Dominga Scalisi