Alessandro Gatta la guida di non vedenti

Arrivo al campetto dove tanti runner si stanno scaldando, io da solo e loro in tanti gruppetti, tutti amici, tutti sorridenti e tutti super colorati.

Noto, tra la moltitudine di colori, spiccare delle canottiere gialle con la scritta “BLIND” e con la scritta “GUIDA”.

Il connubio mi incuriosisce e mi avvicino.

E’ il 2016 e comincio così la mia avventura come guida di non vedenti.

Cominciando su circuiti cittadini, passando per mezze maratone e maratone, sono arrivato fino ad oggi dove per lo più sono una guida su pista di atletica leggera.

Sono Atleti con la “A” maiuscola, che fanno parte di ICARO SPORT DISABILI ONLUS, associazione sportiva che abbraccia varie discipline sportive per disabili.

Le emozioni corrono guidando questi atleti.

L’empatia non è scontata, a volte invece è immediata.

Arriva il momento in cui il cordino ci mette in contatto, si diventa una persona unica, ci si fida l’uno dell’altro, bisogna saper guidare e bisogna saper essere guidati.

È un susseguirsi di comandi vocali quando si corre in città: dosso, buca, tombino, tutti ostacoli che fanno fatica a superare camminando, ma con una guida al loro fianco questi ragazzi non hanno assolutamente confini.

Tante responsabilità e altrettante, se non più, emozioni.

Spesso e volentieri ricordo che sono loro a guidare noi, un esempio di tutti è la mia prima volta assoluta in pista.

Passo a prendere Davide, allaccio le scarpette e butto una sguardo timido alla pista: ne sono quasi impaurito.

Il cordino non serve per quei pochi metri che ci separano dall’entrata e, quindi, la sua mano cerca la mia spalla sicura e io cerco di capire cosa succederà.

In pista ci sono delle regole a me sconosciute: lui deve correre alla mia sinistra, cosa che fuori di lì non ho mai fatto, sempre corso con loro alla mia destra.

I miei passi insicuri seguono i suoi e dopo il riscaldamento comincia l’allenamento.

Questi ragazzi partecipano ai campionati italiani di atletica leggera per disabili, ci alleniamo tre volte a settimana.

Assolutamente insicuro io!

Si parte da fermi con precisi movimenti, per coordinarsi è un’impresa, ho provato tante volte prima di trovare la perfetta sincronia.

Si parte a manetta, l’allenamento prevede ripetute, di manetta ne ha davvero tanta Davide.

Non ho idea da dove io stia partendo, né dove debba arrivare per finire la ripetuta.

Lui sa perfettamente dove si trova, ha una percezione dello spazio e conosce perfettamente la “dimensione” della pista.

Curva e rettilineo non hanno segreti e in tutta serenità mi dice: “Tranquillo Micio, che ti guidi io”.

Avete idea di cosa voglia dire essere guidati?

A volta noi guide veniamo bendate per provare: è un’esperienza che mette i brividi e ci dà mille emozioni, ve la consiglio.

Io ero i suoi occhi, ma lui stava guidando me nella “dimensione” della pista, che per me era cosa nuova.

Mi ha guidato con sicurezza, la stessa che dò io a lui, con la sua determinazione, con la sua forza di volontà e con la sua voglia di vivere al pari di chiunque.

Ringrazio questi ragazzi per avermi guidato in una nuova dimensione della corsa.

Vi lascio con un ultimo pensiero…

Chi dei due è la guida?

Questi ragazzi vedono di corsa, vedono correndo e con i nostri occhi corrono vedendo.

Alessandro Gatta