A Perdifiato, scritto da Mauro Covacich è stato pubblicato 15 anni fa, ed è il libro sulla corsa che ho regalato più volte in questi anni. Da fine febbraio sono in attesa di una consegna da una libreria Mondadori. Non se ne ha più traccia sugli scaffali dei book shop a Roma e sarà di nuovo un regalo ad un amico che ama correre.
Non mi stancherò di donare il romanzo dello scrittore triestino. Ho sempre raccontato il motivo che lo rende diverso nel mondo dei romanzi sportivi e come mai provavo un po’ di sana invidia per chi iniziava a leggere le vicende del maratoneta Dario Rensich al seguito di un gruppo di giovani mezzofondiste ungheresi.
Se lo avete letto non potete aver dimenticato alcune definizioni del concetto di maratoneta espresse attraverso i personaggi del romanzo, se navigate in rete e nei social non potete non averci sognato leggendole.
Vorrei dire: La maratona è un’arte marziale. Chi la corre compie una scelta estetica, non una sportiva. Lo sport non c’entra niente. Vorrei dire: Resistere alla più alta velocità possibile per una strada così lunga è la cosa più bella che una mente umana possa produrre. La mente non è il cervello, la mente è il sistema del corpo che pensa. La mente è la rete in cui il mio avampiede, il mio cuore, il mio glicogeno, i miei desideri, la mia memoria, tutto me stesso dialoga con tutto me stesso e con ciò che dall’esterno modifica o può modificare me stesso.“
La storia inizia dopo il sesto posto di Dario alla maratona di New York. Un risultato sufficiente per diventare uno stimato allenatore della Federazione, che lo manda in Ungheria con l’incarico di preparare per la maratona un gruppo di atlete.
“Un tormentoso iter per l’adozione di Fiona, la bimba che lui e la moglie Maura «aspettano», sembra sia giunto alle ultime battute proprio in coincidenza con la partenza di Dario per Szeged, la cittadina in riva al Danubio. Il fiume in agonia, inquinato dal cianuro, accompagna l’allenamento delle sette ambiziose diciottenni, tra le quali spicca l’imperscrutabile, magnetica Agota… “
Una vicenda che inizia e non finisce dietro la linea di arrivo della Maratona di Trieste, ma diventa un lavoro di scrittura che prende il largo e giunge ad una pentalogia composta da altri tre romanzi che compongono il cosiddetto ” ciclo delle stelle “.
Fiona (Einaudi, 2005), Prima di sparire (Einaudi, 2008), e A nome tuo (Einaudi, 2011), intercalati dalla videoinstallazione ”L’umiliazione delle stelle”, realizzata da Covacich nel 2010 e prodotta da Buziol-Einaudi-Magazzino d’Arte Moderna Roma 2010. (questa la dovete vedere).
A me non resta che augurarvi buona lettura con il “ciclo delle stelle”. Per i più impazienti qui trovate il formato kindl, io, intanto, con la calma del maratoneta, aspetto la consegna del romanzo, sperando di far sognare ancora un amico sulla sua strada.