Sono passati 20 giorni da quando la casa è diventata scuola, ufficio, palestra, cantiere, sala meeting e studio d’analisi.
E, se devo dirla tutta, mi sono davvero stancato.
Non è la privazione che toglie la pazienza, non è la limitazione degli spazi, ma è la mancanza di un orizzonte diverso.
È la conta delle disgrazie che toglie la pace, è il senso di inquietudine delle dirette a l’ora di cena.
Mi ricordano le edizioni straordinarie dei telegiornali anni 70. Nessuno sapeva, nessuno ti avvisava. Era un pugno in faccia firmato dal terrorismo, da un terremoto, da una sciagura assurda e dolorosa.
Dalle dirette di oggi mi piacerebbe sentirmi dire “forza gente che siete stati bravi continuate cosi...”.
E’ quella carota che a volte manca, perché il bastone messo davanti casa a sbarrare le giornate ha davvero reso tutto assurdo.
Io mi sono stufato di stufarmi.
Non mi voglio far sopraffare dai pensieri negativi.
Fin da subito ho reagito a difesa di questo terreno di vita, piccolo e prezioso che è la nostra comunità.
Ho chiesto a tutti di non mandarmi la conta della sera.
Di evitare messaggi di cui non si conosce la fonte, la certezza scientifica e che non vengano dall’Istituto Superiore di Sanità o dallo Spallanzani.
Ognuno reagisce a modo suo, non è fare lo struzzo, anzi, seguo solo cosa mi dicono di fare, lo faccio, il resto non serve.
La mia filosofia di vita mi porta a prendermi pena per le cose che posso cambiare, come correre da una parte della città per recuperare quante più mascherine possibili per Casa Blu, il resto non serve.
I figli cercano riparo in noi, nello studio e anche con gli amici sui territori inesplorati di Fortnite (pensate come cambiano le nostre considerazioni anche per le piattaforme virtuali).
Mi sono stufato delle battute stupide e delle liti tra podisti.
Mi sono stancato anche di stancarmi a consumare energie nel silenzio di una casa addormentata muovendo ogni muscolo del corpo.
Non voglio fare più il criceto sulla ruota dentata in pantaloncini e maglietta
Oggi è un lunedì di primavera e il fatto che la stagione più bella se ne freghi di questo casino è un segnale che la vita è bella e inarrestabile.
Non sentitevi soli amici miei.
Annoiatevi, lavorate e amate ogni cosa che fate.
Oggi ci sarà più luce, il sole tarderà a scomparire e ci farà vedere meglio all’orizzonte tutta la forza di una speranza contro ogni speranza.
Un caro saluto.
Marco