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Monthly Archive for: "Dicembre, 2018"
Monthly Archive for: "Dicembre, 2018"
Sulla Maratombola abbiamo scritto tanto, anche di Mauro Firmani e della sua volontà inarrestabile di creare una delle manifestazioni più belle e sentite nel panorama podistico italiano. Read more »
Si dice che sei un vero runner se le uniche promesse che riesci a mantenere sono quelle fatte a te stesso. Read more »
Questa è la trecentesima foto pubblicata sulla pagina Instagram di Storiecorrenti e ci sono tutte le persone che hanno collaborato al raggiungimento di questo traguardo. Read more »
Arriva il Natale ed io mi sento come una bambina piccola. La sua magia non l’ho ancora persa. Ho quasi 45 anni e lo so che babbo Natale ahimè non esiste e del Natale amo cose più vere. Read more »
Siamo alla fine di un altro capitolo pieno di pagine scritte corrette e riscritte. Un anno carico di impegni importanti e di corse ma non solo quelle che piacciono a me. Read more »
Ci sono quelli che corrono per stare bene e che a volte lo fanno per far star meglio chi soffre, questo è stato il senso della staffetta 8 x 20 BNL per Telethon corsa ieri allo Stadio delle Terme di Caracalla. Read more »
La difficoltà maggiore sarebbe stata convincerla a saltare la seduta di allenamento in vasca del pomeriggio, a cui non avrebbe rinunciato per nulla al mondo, quasi nulla…
Il Frecciarossa per Milano delle 15.00 ci avrebbe condotti esattamente all’unico quasi che una 15 enne innamorata del cloro avrebbe voluto vivere.
Ma faccio un passo indietro.
La telefonata è arrivata ieri mattina di buon ora mentre ero in tangenziale e stavo andando a lavoro. Al telefono quel tesoro di Fabio Lalli che mi fa “come sei messo per xfactor stasera? ho due biglietti per la finale a Milano, ti va di andare?”
Questi sono i momenti in cui le priorità escono dallo schema e disegnano un presente multicolore dove con due click puoi cambiare tutto: sistemi il lavoro, compri biglietti, prenoti cose, allerti amici a Milano e, ovviamente, mandi un sms a scuola per dirle “oggi non vai a nuoto. “
Ma la cosa più bella è che nel frattempo, mentre raccontavo cosa stava per accadere agli amici, si percepiva l’emozione che l’idea stava generando e non solo a me.
Perché di fatto in questa fuga c’erano tutte le volte che da giovanissimi avevamo vissuto una sorpresa attesa da anni.
Perché oggi i mezzi ci permettono di fare più cose e i figli basta ascoltarli per capirli e non solo parlarci.
Poi c’e stato tutto un mondo in poche ore. Le foto al Duomo e il cappuccino a Starbucks Reserve Roastery, la metro e quella busta al Forum a nome Raffaelli che alzava il sipario sulla finale di XFACTOR 2018.
Tutto quello che è successo dopo è stato semplice e incredibilmente acceso e io, nel frattempo, mi sono completamente rincoglionito, seguendo tutto quello che c’era da fare a 15 anni.
Così abbiamo vissuto una realtà aumentata tra Facebook, Instagram, Twitter, whatsapp, Messenger, dirette, storie, post, telefonate e mille risate con il gruppo d’ascolto del secondo anello che ha fatto sentire decisamente la sua vicinanza.
Ecco questo è stato vivere un evento mediatico e connesso con tutti i nodi della rete e delle emozioni.
In fine restano le canzoni cantate a squarciagola e quel rap arrabbiato ma con intelligenza di Marco Anastasio che ha avuto una folla che saltava all’unisono fino a spaccare i marmi e un forum sgretolarsi e cadere in coriandoli sopra una marea di giovani e in mezzo due come noi che hanno vissuto
…“la serata più figa degli ultimi 15 anni, grazie papà“
Si riparte dal conto di quei 42 mila passi, attraverso il recupero di due settimane, passando per salite brevi e fatte a potenza ridotta. Read more »
Ho dovuto aspettare qualche giorno prima di capire la mia reazione davanti alla tragedia della discoteca di Corinaldo. Ho seguito la cronaca ma con la paura di andare a scoprire le storie. Ho ascoltato le indagini ma con cautela, per evitare l’effetto “fila curiosi”.
Tutte le angosce erano nella frase che ho pensato all’alba di sabato scorso: “I nostri ragazzi sono in camera che dormono.”
Chiamatelo spirito di conservazione, egoismo difensivo, panico e rabbia. Le stesse sensazioni che ogni genitore ha provato davanti a quelle immagini.
Una notte in discoteca con lo stesso segno di dolore del Bataclan a Parigi e del concerto di Ariana Grande a Manchester. Momenti di felicità cancellati dalla volontà atroce di pochi. Azioni insensate di morte. Per me la causa non cambia, non c’è guerra santa o gesto indiscriminato che giustifichi la conseguenza.
L’età media di chi è rimasto coinvolto ci riporta alla radice del nostro essere genitori e figli allo stesso istante.
Giulia il 23 dicembre andrà in discoteca per la festa di Natale della scuola. Esperienza che deve far parte della vita di una ragazza di 15 anni.
Non possiamo filtrare tutto. Non è giusto essere genitore elicottero e imporre l’inquietudine di voler attenuare le nostre angosce. La voglia di crescere nel loro tempo deve essere lasciata libera di esprimersi.
Il volume deve essere sempre più alto e le canzoni più brutte di quelle che ascoltavamo alla loro età. Fa parte della ruota che gira e sulla quale ci passiamo tutti, in qualsiasi direzione ti troverai.
Non li possiamo chiudere in casa, non li dobbiamo rendere ciechi. Solo lasciandoli camminare nel mondo con le loro gambe li renderemo più forti.
Perché tanto non c’è difesa contro la follia e vivere in un mondo con la paura è come smettere di ballare e a 15 anni è come non vivere più.
Marco
Brooks Adrenaline GTS 19, una certezza nel tempo, di chi del tuo tempo sa prendersi cura. Oggi facciamo un test completo del nuovo numero delle intramontabili Brooks Adrenaline.
Il primo modello calzato ai miei piedi risale a una decina di Roma Ostia fa. Avrò usato la forse la 10 o la 11 e durarono tanto, di più di adesso in proporzione ai chilometri che percorrevo.
Come d’incanto ecco arrivate le Brooks Adrenaline GTS 19, come corre il tempo è?!?! Sono arrivate nella loro bella scatola per un regalo decisamente gradito.
Il colore manco a farlo apposta è perfetto per i miei amati pantaloni blu, quindi ideali per l’ufficio.
Quando prendo delle scarpe da running nuove ho l’abitudine ad usarle a riposo. Serve per ammorbidirle e a prendere la forma del mio piede. Così è stato per le Brooks Adrenaline GTS 19.
Le metti ai piedi e senti che c’è qualche cosa di diverso rispetto alle precedneti ( Levitate 2) sono più rilassate. mi spiego; è come quando scendi dall’autobus pieno all’ora di punta, stavi fermo ma non comodo. Con le Adrenaline 19 rimetti in ordine un po’ tutto, i piedi lo sentono anche da fermo.
Tra i vari test c’erano pure le faccend e del sabato e il giro con un amico in Abruzzo nel favoloso altipiano delle 5 miglia.
Poi a fare la spesa, accompagnare figli e figlie e finalmente ecco Roma da correre alle prime ore di una domenica addormentata.
Che vi dico amici miei le Brooks Adrenaline 19 hanno questa tecnologia Guide Rails che è proprio un gardarail che ti protegge quando sei più stanco e rimette in linea piede ginocchio gamba e sei sempre protetto a qualsiasi velocità andrai.
Io alla fine ho corso 20 chilometri senza pensieri che è la cosa migliore da fare a una settimana dalla maratona di Valencia.
La sensazione è di morbideza e protezione, reattività e sostegno, anche per chi come me non è un fruscello. La tomaia non lascia segni di nessun genere è resisitente nei punti nevralgici di torsione e piegamento. La rullata è natrurale così come l’appoggio.
Ma io non faccio testo, per me la Brooks potrebbe fare anche le pantofole da casa e ci andrei in ogni caso anche a fare la spesa per quanto mi ci trovo bene.
Adesso tutti a bordo che si riparte con un nuovo piano di lavoro e altre tabelle da portare a termine con le nuove Brooks Adrenaline GTS 19.
Buon passo
Marco Raffaelli