I nostri ragazzi sono in camera che dormono

Ho dovuto aspettare qualche giorno prima di capire la mia reazione davanti alla tragedia della discoteca di Corinaldo. Ho seguito la cronaca ma con la paura di andare a scoprire le storie. Ho ascoltato le indagini ma con cautela, per evitare l’effetto “fila curiosi”.

Tutte le angosce erano nella frase che ho pensato all’alba di sabato scorso: “I nostri ragazzi sono in camera che dormono.”

Chiamatelo spirito di conservazione, egoismo difensivo, panico e rabbia. Le stesse sensazioni che ogni genitore ha provato davanti a quelle immagini.

Una notte in discoteca con lo stesso segno di dolore del Bataclan a Parigi e del concerto di Ariana Grande a Manchester. Momenti di felicità cancellati dalla volontà atroce di pochi. Azioni insensate di morte. Per me la causa non cambia, non c’è guerra santa o gesto indiscriminato che giustifichi la conseguenza.

L’età media di chi è rimasto coinvolto  ci riporta alla radice del nostro essere genitori e figli allo stesso istante.

Giulia il 23 dicembre andrà in discoteca per la festa di Natale della scuola. Esperienza che deve far parte della vita di una ragazza di 15 anni.

Non possiamo filtrare tutto. Non è giusto essere genitore elicottero  e imporre l’inquietudine di voler attenuare le nostre angosce. La voglia di crescere nel loro tempo deve essere lasciata libera di esprimersi.

Il volume deve essere sempre più alto e le canzoni più brutte di quelle che ascoltavamo alla loro età. Fa parte della ruota che gira e sulla quale ci passiamo tutti, in qualsiasi direzione ti troverai.

Non li possiamo chiudere in casa, non li dobbiamo rendere ciechi. Solo lasciandoli camminare nel mondo con le loro gambe li renderemo più forti.

Perché tanto non c’è difesa contro la follia e vivere in un mondo con la paura è come smettere di ballare e a 15 anni è come non vivere più.

Marco

 

 

 

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso