Il lunedì mattina tutti abbiamo la foto dell’amico quello forte da ammirare dalle bacheche dei social network.
Colui al quale Madre natura ha concesso la capacita di saper andare veloce, più veloce, soprattutto di te.
Uno che ha scoperto la corsa quando tu già faticavi a bestia per chiudere un 10k sotto i 50’ e il destino ha voluto che foste poi compagni di squadra.
L’amico quello forte è un punto di riferimento attorno al quale, nel silenzio di certe mattine, fai girare i tuoi migliori propositi agonistici e sperando d’imitarlo orbiti nel silenzio del quartiere provando ad avere la sua stessa postura.
Nel frattempo l’amico quello forte è già tornato dai consueti 20k in progressione al parco perché lui non sa cosa sia la fatica, ama correre nella stessa misura in cui a te piace fare il doppio giro di birre.
Tutti abbiamo l’amico quello forte, quello che un giorno ti disse “ma come fai a correre, io proprio non avrei tempo”…poi ti ha seguito e da allora mezza città ancora lo insegue, invano.
Quando ci sono i lavori in pista è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via, perché come dice Saverio Fattori “l’atletica è fatta di centoventi uova sbattute al muro, solo quelle che non si rompono diventano pulcini di campione. Il resto è frittata”.
Ecco tu sei la frittata, lui per fortuna, no.
Ma la cosa più bella che c’è ad avere un amico forte è sapere che a ogni gara lui ti aspetta all’arrivo, felice di avergli fatto capire da è partito e consapevole di non avere limiti, così come tu non ne hai bevendo birra e scherzando insieme a lui nel dopo gara.