Ogni anno trascorro gli ultimi scampoli d’estate in Trentino. A fine agosto mi piace assaporare la calma e il silenzio delle passeggiate in natura al cospetto della maestosità delle Dolomiti.
Da più di 50 anni la Val Pusteria ha visto crescere il mio amore per la montagna e i ricordi si perdono a quando, poco più che diciottenne, ci venivo per la prima volta.
La passione della raccolta di funghi di stagione è la molla che mi aiuta a svegliarmi presto e ad uscire nei boschi con qualsiasi condizione climatica.
Il mio luogo preferito si trova sopra Elle, una località che si estende su un pendio del Monte omonimo che delimita ad ovest la conca di Brunico, offrendo un bellissimo panorama sulla Val Pusteria.
Un posto che non mi ha mai tradito, dove mi sento a casa e da cui torno sempre con un bel raccolto di Porcini e Finferli da essiccare e da gustare una volta a Roma.
La vita di chi trascorre le vacanze da questa parti è fatta di gesti semplici e a tratti sempre uguali ma sta proprio lì il valore del tempo che si arricchisce anno dopo anno.
Il pranzo al solito posto, l’Albergo Hausler della Famiglia Oberhammer dove puoi gustare una delle migliori carbonare mai mangiate, merito della bravura del cuoco e della qualità dei prodotti usati. Senza dimenticare i classici come il gulasch e le uova con patate.
La montagna mi impone da sempre un ritmo diverso, da maratoneta e uomo di città qui assaporo la gioia di fermarmi e vivere il riposo per quello che è anche dopo un pranzo in compagnia.
Vicino al ristorante dell’albergo c’è una stradina che porta verso valle.
Lungo il sentiero e adiacente alla statua di un Cristo in Croce c’è una bellissima panchina in legno che, anche se scomoda, accoglie volentieri i viandanti e i turisti bisognosi di un sonno riparatore dal buon vino che ha fatto da Re sulla nostra tavola nell’attesa delle tante grappe bevute a fine pasto.
Dalla cima che sovrasta l’albergo in alcuni giorni partono in volo dei deltaplani colorati che animano il cielo per poi atterrare nella piana di Brunico.
Ad un occhio assonnato come il mio che osserva quel movimento è un passatempo ideale per far volare i pensieri e rilassare spirito e corpo.
Uno dietro l’altro si alternano dalla pista di decollo in un traffico naturale come fossero uccelli variopinti in staccata verso valle.
In quel nugolo di ali in volo, un giorno un deltaplano è passato sopra di me e poco dopo scende in picchia verso il terreno antistate il bosco sopra valle.
Nonostante il mio stato offuscato dal buon vino e dal sonno, mi sono alzato di scatto e ho iniziato a correre verso la zona interessata dalla caduta.
Dopo attimi concitati e di ricerca il resto della comitiva con cui ero a pranzo mi dà per disperso, io intanto provo a capire dove si trova il malcapitato.
Poco dopo lo vedo steso in mezzo ad una prato a ridosso di un dirupo, con il mio inglese approssimativo e lui con il suo proviamo a parlarci…
A volte basta guardarsi negli occhi per capirsi e nei suoi vedo il dolore, la paura, la speranza di aver salvato la pelle.
Nel frattempo si aggrappa con le mani alle mie caviglie, nell’unico modo per non scivolare verso valle e non farsi ancora più male.
Fortunatamente anche altre persone si sono accorte della situazione e chiamano immediatamente i soccorsi.
Dopo un’ora di attesa, di sguardi, e dialoghi in più lingue arrivano anche i sanitari.
Dalla barella, con una smorfia e un sorriso triste, lo sventurato ringrazia.
Se ne tornerà a casa con il bacino fratturato e la certezza che lo aspetterò di nuovo, disteso su quella panchina, per vederlo ancora volare verso valle.
Salute a tutti