Scrivi che fa bene…

-“Perché non scrivi più niente di tuo? E non dico di sport di coppe e di campioni…”
-“Perché a volte penso che non interessi a nessuno”
-“Non è vero, quando lo facevi ti faceva bene e facevi del bene.”

Malgrado il periodo assurdo che stiamo vivendo non ho mai smesso di credere che la scrittura sia uno degli antidolorifici più efficaci a disposizione alla natura umana, anche se a volte non è facile coglierne ogni aspetto formativo.

È complesso, è faticoso, necessita di regole precise, molta fantasia e perseveranza, ma ciò nonostante è facile sbagliare creando situazioni scomode alle relazioni.

Nello sport ci sono persone che per una vita non hanno mai mosso un dito, e poi, per un motivo scatenante, spesso del tutto  personalissimo, rinascono sotto la buona stella della fatica che tutto accende.

Scoprire la scrittura e servirsene per capire meglio il mondo e se stessi ha lo stesso effetto di quando decidi di partire per una maratona.

“È un’arte marziale” come sostiene Mauro Covacich nel definire la madre di tutte le distanze, “chi la corre compie una scelta estetica, non sportiva” e lo è al pari di chi scrive, lì dove cura l’aspetto esteriore del testo oltre che dei contenuti, aiutando così a rendere gli articoli belli da vedere e facili da leggere.

Il lavoro quotidiano che facciamo su Storiecorrenti è come un prodotto di sartoria, ci consideriamo degli artigiani della narrazione, una sorta di brutto anatroccolo della rete che nuota tra i titani dell’informazione.

Grazie a un lavoro estetico da samurai della parola riusciamo a stare della parte più lenta dello sport, e nel contempo a dialogare con le posizioni da podio, perché dentro storiecorrenti non c’è un business o padrone e grazie a questa scelta editoriale la sua causa è alimentata sempre da nuovi argomenti interessati e interessanti.

Sostengo che quando stai bene lo devi esprimere, senza paura, tanto il male arriva e tu non ci puoi fare nulla, anche se ti sei allenato una vita intera.

Allora continua a dare retta a chi ti esorta nel confronto, scambia le tue vedute, sii la prova che il bene genera altro bene, solo così comprenderai l’effetto positivo della condivisione.

Non vergognarti dei tuoi errori passati, raccontali, scrivili anche se non basteranno tutte le parole del mondo per porvi rimedio.

Ma ricorda che non esistono i campioni dal mantello bianco e ci sarà sempre e comunque un giudice per tutti.

Il segreto sta nella propria consapevolezza, partecipando ad un dialogo aperto con chi ti siede accanto, perchè solo conoscendo a fondo i limiti umani e le strade sbagliate si può migliorare correndo da soli o con chi si ama.

Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso