Mai nessuno ha finito una maratona girando intorno ai propri malcontenti. Perché se hai in testa quella linea bianca la devi passare portandoti dietro ogni compromesso possibile.
Per finirla bene devi fare i conti con tante cose e capire che è uno sacrificio enorme: dalle 2h30′ fino all’ultimo finisher.
La maratona per molti è diventata un compromesso sociale, caricandola di aspettative e speranze ma dietro c’è un mostro che ti si mangia muscoli e pezzi di coscienza dal 30° km in poi.
Non ci sono scuse nemmeno nei giorni che precedono la messa in scena del tuo delirio atletico. Se devi consegnare un file in ufficio e il tempo diventa un nemico, lavori e non lo perdi il tempo che ti serve per correre, rimandi il caffè con una amica con cui volevi parlare, impieghi le ore del pranzo per le ripetute che avevi in tabella ma non bastano.
Scendi in strada, trovi il primo posto di merda che hai in città, piatto e con poche curve e lo usi. Orbiti sotto le finestre dell’open space, infili ogni cm di asfalto per correre 8×1000 che hanno preso il posto di una cosa più lunga, ma sono questi i ripieghi necessari. Perché ti serve a sbriciolare la pesantezza sulle gambe dei 33k di domenica.
Perché se le fai girare ‘ste gambe, e fai salire ‘sto cuore, sarai onesto con te stesso fino ad accettare il compromesso senza darti per vinto, non ora.
Perché senti di stare bene e di poter superare ancora una volta il ristoro di Via Ripetta con la voglia di correre. Perché una settimana dopo ti aspetta una fatica ancora più grande. La vita sportiva da tempo è diventata una scena senza frenesie, la vivi come viene e punti il dito dove puoi arrivare, solo così non cadrai nel labirinto delle frustrazioni. Si può fare? Fallo, non ti va? Lascia stare.
Non ci sono scuse che reggono ogni tuo “non ce la faccio”. Sei così fortunato di poter partire che dovresti fare i salti di gioia ogni giorno.
Non ci sono scuse se devi correre una maratona. Mai nessuno ha finito una maratona con un vorrei. Scendi sotto casa e corri, è tutto quello che la strada ti chiede anche se è la via più brutta che hai, tanto poi sai che per ogni mille portato a casa, chi diventa più bello, sei solo tu, dentro e fuori la tua coscienza.