Saremo più forti di prima…

La situazione che stiamo vivendo  è surreale. Costretti a non uscire di casa se non per comprovati motivi.

Non tutti stanno lavorando e chi si schiera in prima linea è a rischio, dai medici, al cassiere del supermercato a tante altre professioni indispensabili per mandare avanti il paese.

Ne usciremo ? Certo che ne usciremo questa è la grande certezza che ad oggi è viva in me.

Quando ? Non ne ho idea. Come ? Dipende da noi ed è proprio questo il punto chiave.

Io per lavorare sono obbligato a uscire di casa. I primi giorni non nascondo che ero incredulo e spaventato, poi mi sono fermato a pensare e ho guardato la cosa non in prima persona.

Sono riuscito a capire dell’importanza del mio settore lavorativo, che mi fa essere attivo, e nel contempo in dovere verso tutto il popolo italiano.

Il mio è un lavoro comune e umile come tanti altri, ma quella cosa che io “DOVEVO” andare a differenza di altre persone l’ho interpretata come una chiamata, come a dire: “PIETRO TU ORA CI DEVI AIUTARE SEI INDISPENSABILE”.

Così ho indossato i mie panni da lavoro come se stessi indossando una divisa da super eroe, non era più come tutte le altre mattine.

Ho guardato i miei figli e mia moglie che dormivano e quando ho chiuso la porta di casa ho sentito un senso di responsabilità, che non mi ha abbattuto bensì ha fortificato in me il senso del dovere.

I giorni che ora passiamo dentro le nostre abitazioni non sono poi così male, è vero non possiamo correre, non c’è la cena fuori con gli amici, non c’è l’aperitivo del venerdì, non c’è il cinema, non c’è la passeggiata lungomare!

Pensando a questa solitudine cho capito quanto sia IMPORTANTE e INDISPENSABILE avere persone vicino che ti rendono partecipe delle proprie cose e della propria vita

Cosa possiamo imparare da tutto questo?

Prima di tutto ad ascoltare il prossimo, l’ascolto è una cosa molto importante.

Possiamo imparare ad aiutare anche quando noi non abbiamo bisogno, ora tutti siamo sotto l’ala dell’aiuto, tutti insieme, ma quante volte noi non eravamo in difficoltà e magari chi camminava vicino a noi era in mezzo a un mare di guai?

Noi ora possiamo capire cosa si prova.

Possiamo imparare e usare bene il linguaggio, a non emarginare il prossimo, e ad apprezzare tutto quello che abbiamo!

In futuro quando un nostro compagno, amico, chiederà aiuto, non dobbiamo dimenticarci cosa abbiamo vissuto, quando una persona si sentirà sola, non dimentichiamoci come ci stiamo sentendo ora.

Quando ci chiederanno un pezzo di pane pregando in ginocchio, non ci meravigliamo, perchè noi siamo stati ad oggi i primi a svuotare i supermercati.

QUANDO USCIREMO DA QUELLA PORTA NON OSSERVATE DOVE STATE ANDANDO

RICORDATEVI SEMPRE DA DOVE VENITE.

Torneremo a correre e ci torneremo anche apprezzando la fatica.

Ma per ora restate a casa per il vostro bene e per il bene del prossimo.

Un abbraccio forte a tutti voi.

Pietro Renzi

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso