Ieri stavo correndo in città, faceva caldo, Roma dava il meglio di se in termini di traffico e stress e io arrancavo lungo i marciapiedi del biscotto di Caracalla. Per chi non è di Roma spiego che si tratta di una zona tra le più belle per correre. Incastonato sulla passeggiata archeologica, il “Biscotto” come viene chiamato da chi corre a Roma, è sito tra viale delle Terme di Caracalla, via Valle delle Camene.
La lunghezza del giro di 1200 metri, ed è completamente esposta al traffico cittadino.
Mentre correvo pensavo alle economie di rete. (Che brutti scherzi gioca la fatica è?!)
Esse descrivono una situazione in cui l’utilità che un fruitore trae dal consumo di un bene dipende in modo positivo o negativo dal numero di altri individui che consumano lo stesso bene o che lo abbiano acquistato.
Questo era l’assunto in Economia Politica su cui ho chiuso le ripetute sui 1000 metri e che in zona recupero, (era tornato l’ossigeno a livelli ragionevoli) ho associato alla vita di tutti i giorni: ovvero più siamo a consumare il prodotto corsa e maggiore sarà l’utilità per tutti.
Si, ma come? A trovare una soluzione ci hanno provato, mercoledì 23 maggio, a Roma, i convocati di diverse aree al convegno Runeconomy, le nuove frontiere del Running. Ero presente per conto di un magazine e ho ascoltato delle cose molto interessanti.
Studiosi, giornalisti, manager, decisori politici, attori del mondo del turismo sportivo e della pianificazione urbanistica running-friendly si sono incontrati per parlare delle potenzialità economiche della corsa, dell’impatto che può avere sulla nostra vita quotidiana personale e come cittadini.
In tutto questo discorso non perdete di vista il biscotto di Caracalla “completamente esposto al traffico cittadino”.
Dicevamo, a presentare e c’era il giornalista di Rai Sport Jacopo Volpi.
I tre tavoli di lavoro erano:
Sport Business – Il Business del Sudore –
Turismo e Sport City – Disegnare la città della corsa
Benessere e Sociale -La Formula della felicità (interna lorda)
Una prima analisi viene dalla ricerca fatta dell’Istituto Piepoli presentata da Livio Gigliuto e senza entrare nella massa di dati che ha ricavato lo studio la conclusione è che correre migliora la vita in generale e lavorativa dei praticanti di questa attività. Correre crea valore in termini economici e alza il livello di felicità delle persone e migliora la qualità dei luoghi!
Si ma io continuo a pensare a quella frase sul “Biscotto di Caracalla”.
Tra i relatori c’era Mads Sølver Pedersen l’Assessore alla Salute e alla Cultura della Città Danese di Aalborg, eh sì certo facile così, starete pensando…
Come si crea una città felice è stato chiesto all’Assessore. Ha detto una cosa che in se aveva tutto.
“Semplicemente facendo cose buone per la città, vogliamo una città attraente, dando un valore al tempo libero dei cittadini.” Dite chi non vorrebbe vivere in una città con un Assessore cosi?
Di tuti gli interventi mi sono restati in mente alcuni concetti: “Siamo un popolo di innovatori noi runner, mangiamo meglio, valorizziamo, le città, miglioriamo il nostro vissuto in poche parole produciamo felicità. Vorrei che da questo primo appuntamento creassimo la Cernobbio della atletica.” Ha detto Il Segretario Generale FIDAL Fabio Pagliara
Carlo Capalbo, Presidente Road Running Commission IAAF. – il guru del running inventore e proprietario di RunCzech società che gestisce il circuito di gare che comprende la Maratona di Praga, le mezze maratone di Karlovy Vary, Ceske Budejovice, Olomouc, Usti nad Labem e Napoli Running.
“Noi non abbiamo fatto altro che seguire i desiderata del cliente runner, lui è cambiato e noi con loro. Ora dobbiamo parlare con atleti a cui non interessa solo competere ma vuole completare l’evento. La corsa deve cambiare, diventare spettacolo, intrattenimento. Se credete che il certificato medico obbligatorio sia un limite pensate Parigi in pochi anni è passata da 16 a 50 mila arrivati grazie al certificato medico domestico accettato in Francia“
Ecco e più li sentivo e più pensavo alle reti al benessere che potrei creare consumando il prodotto corsa.
Al Benessere e al Sociale – “La Formula della felicità” come l’ha chiamata Marco Patucchi, moderatore dell’ultimo tavolo di confronto. Giornalista di Repubblica, grande appassionato di running, scrittore e curatore della pagina web La Repubblica dei Runner.
Marco Patucchi chiude il dibattito e ricordando che la Formula della felicità (interna lorda) deve tenere conto anche di quei momenti in cui può sembrare che io non produca nulla, ma se in pausa pranzo vado a correre e mi trovo in una area archelogica bellissima, di fatto, attivo un processo che mi farà stare meglio come uomo e lavorerò anche meglio. In fondo è facile come correre.
Però con tutte le parole dette, dai manager pubblici, i giornalisti, le economie di scala da attivare, i decisori politici coinvolti, noi in 20 anni non siamo stati in grado di mettere in sicurezza il Biscotto di Caracalla come possiamo sperare di diventare la prima meta al mondo per il turismo dei runner?
Perché il turismo sportivo è capace di allungare il calendario delle stagioni classiche dei viaggi anche in periodi cosiddetti di bassa stagione, si creano eventi che hanno ricadute economiche per la città di notevole valore. Basti pensare che il fatturato globale del comparto del turismo sportivo è di 800 miliari di euro e che 1 italiano su 4 viaggia per sport.
Un turismo di destinazione richiede un lavoro di progettazione condivisa, solo così si può migliorare, scendere in strada migliorare la sicurezza dei luoghi di aggregazione sportiva, qualità dei parchi pubblici dare vita a tanti piccoli eventi con cadenza giornaliera per attrarre più persone che altrimenti perderebbero il collegamento con la filiera sportiva. Rendere le diverse zone delle città testimoni della rinascita.
Allora se tanto mi dà tanto, possiamo sperare che localmente quella famosa economie di rete farà sì che si potrà correre in sicurezza?
Anche in pausa pranzo al Biscotto di Caracalla?
Torno a correre, lento ma speranzoso….