Vedere alle 5:30 persone camminare per le strade vuote di Prati con una canotta colorata direzione metropolitana; scendere alla fermata Cavour e riconoscersi, nel buio.
Seguire le squadre e i runner solitari e andare insieme verso la consegna delle sacche a Largo Corrado Ricci.
Roma ĆØ tornata a fare la Roma che piĆ¹ ci piace, Roma ha smesso de fa la stupida.
Dopo 19 mesi ĆØ tornata a correre, la Maratona ha rimesso la cittĆ al centro dei nostri desideri, le strade della capitale erano bisognose di riappropriarsi di un bel pezzo di libertĆ e lo ha fatto grazie ai tanti runner e al loro pubblico in un esempio di civiltĆ e costruzione di un bene comune.
Roma ĆØ tornata ad essere la cittĆ aperta che conosciamo.
Ci ha accolto ancora dormiente, prima dell’alba, silenziosa, e bella da levarti il fiato.
I Fori Imperiali, Piazza Venezia erano lƬ, come vecchi amici che ci hanno aspettato per lungo tempo, il tempo di una pandemia, una pandemia che ancora non ĆØ finita, ma che stiamo combattendo in tutti i modi.
Ma voi lo sapete che groppo alla gola ti prende quando, sotto la colonna Traiana, alle 6:45 di mattina, nel silenzio, senti a tutto volume il Nessun Dorma, e subito dopo il conto alla rovescia?
E poi vedi il passaggio dei primi, dei top runner, sotto il milite ignoto, con Sweet Child O’ Mine come colonna sonora.
Roma ci ha aspettato, e oggi si ĆØ fatta trovare prontissima al primo appuntamento di una sperata rinascita, appuntamento che non appartiene solo al mondo del podismo, ma a tutti noi.
Roma ci ha cullato, ci ha riscaldato ed illuminato con il suo sole migliore.
L’abbiamo attraversata tutta: Circo Massimo, il Lungotevere, San Pietro, Prati, Flaminio, Via del Corso, Piazza del Popolo, piazza Venezia.
Ć stato faticoso, ma bellissimo ritrovare la nostra cittĆ in quello che piĆ¹ sa fare: accogliere e farti sentire parte di qualcosa di eterno.
Grazie Roma e grazie a chi ama Roma, andiamo avanti cosƬ e non ci fermeremo piĆ¹.