Rimini Wellness e la tua palla medica

La scorsa settimana mi ha chiamato Daniele Menarini per propormi di andare a vedere il Rimini Wellness per conto del Magazine Correre. Sapeva che ero a Riccione per le gare di salvamento dei ragazzi e allora sarebbe stato facile sfruttare il pass stampa.

Nel frattempo avevo chiesto informazioni ad amici appassionati di questa rassegna espositiva, ecco già che la chiamo “rassegna espositiva” mi sono di fatto escluso da un futuro del wellness che è, per milioni di frequentatori, il loro presente.

Arrivato in prossimità della zona parcheggio inizio a vedere una popolazione diversa da quella che vediamo ogni domenica mattina nelle gare di corsa o triathlon. Lo sport non solo colora le strade ma disegna la nostra esistenza dal di fuori. Quasi tutti gli uomini erano in canotta, tatuati e con bicipiti sopra i 35 cm di circonferenza, belli, tonici e sorridenti. Le ragazze il loro speculare.

Dal padiglione di ingresso resti subito rapito da musica e colori e sponsor e hostess e voglia di essere parte di una comunità che nulla ha a che fare con la tua vita ma, come in un grande tempio, nessuno è escluso nell’azione venerante del dio wellness.

Accedo nel luogo di culto romagnolo inserendo il pass nell’acqua santiera del tornello che riconosce il pagamento (niente male per chi ha passato qui il week end) e perdona ogni peccato sedentario di tutti e da quel momento sei puro e pronto ad affrontare i tuoi “farò” e i mille “magari domani”.

Musica assordante, ragazze che vedevi solo sui depliant anni 90 della Technogym. Attrezzature difficili da capire a cosa possano servire. Su tutto questo restano le due kettlebell che usi ogni mattina per i tuoi esercizi, le alzate con l’elastico decathlon e gli esercizi a terra.

Tu miscredente e ateo di un intero movimento santificato sull’altare del deltoide esposto.

Figlio di spalliere e quadri danesi. Tu puzzapiedi che non sei altro devi capire che Il wellness è cambiato, e non c’è più nulla di quanto facevi negli anni 90 nella palestra sotto casa.

Tutto ha avuto inizio con l’avvento della Zumba che ha portato alle evoluzioni mirabolanti della Macumba e alla Re Move dove qui a Rimini, su un palco sconfinato, si è esibito l’ideatore Max Imperoli.

Quando credevi che dire “io in palestra faccio GAG” era la cosa più originale del mondo oggi ci sono lezioni di Reggaeton fitness, arrivate in italia dalle periferie di Buenos Aires, promettono sorrisi e divertimento a tempo di musica.

Per non farti mancare alcun ritmo ecco anche la Welldance, la Salsation e l’African Dance Revolution che praticamente dentro c’è tutto.

Ma la creatività dei sacerdoti del wellness ha generato nuove forme di movimento in una babele senza ordine e in grado di mettere insieme pugilato, danza e pilates nel nuovo metodo di allenamento chiamato Piloxing!

In fine, per smontare ogni minima voglia di continuare a cercare novità, non resta che farti prendere dalla Insany-T, il Jumping fitness, la Kangoo Jumps e il Pound che leggo testualmente: “unisce il cardio pilates, movimenti isometrici e pilometria simulando di suonare la batteria a ritmo di musica figa ad alto volume”.

Capite che in mezzo a tutte queste esibizioni veniva davvero la voglia di palla medica, clavette e cavallina?

Ma il popolo delle palestre è cambiato radicalmente ed è diventata una comunità che soffre e condivide, si celebra e si esalta in diretta su Instagram e Facebook.

Fanno esattamente quello che facciamo noi ogni domenica e per questo che il direttore del giornale mi ha invitato ad andare a capire. Perché lo sport non è quello che leggi sulla copertina di un Magazine.

Correre non è solo un verbo all’infinito ma se sai essere aperto al mondo dello sport allora lo puoi vivere come sei tu e non come dice il coach o la tabella degli amici di squadra.

Noi siamo gente che fa altro nella vita e per renderla migliore devi provare a fare tutto quello che ti fa stare bene, anche a partire dalle kettlebell sul tappeto di casa, poi il Piloxing potrà anche non arrivare mai ma la tua apertura è stata la chiave per capire che siamo tutti uguali anche senza bicipite da 40 cm o culi come noci di cocco

Lo sport, per fortuna, ha ancora un potere sociale decisivo in grado di migliorare il bilancio della salute di un intero paese e cosa più importante ti fa e essere più sereno, da solo o anche in mezzo a una fiera sconfinata di muscoli e sorrisi.