Quella somma di piccole cose che vedo all’orizzonte

Ci sono persone che grazie all’impulso di un’ansia creativa riescono a costruire le cose belle della vita.

Essere in grado di controllare una spinta che ti sveglia alle 5 di mattina per lavorare, correre, progettare idee, in questo particolare momento storico colmo di incertezze, non è cosa da poco.

La forma sana di quella inquietudine che da euforia statica si tramuta in movimento costruttivo è una medicina contro i mali dell’animo umano.

Sta qui il senso di queste lunghe settimane in casa.

Riconosco che non è facile spiegare cosa accade alla mente dopo tanto tempo chiusi in casa. La voglia di fare, in una condizione di libertà apparente, può essere messa a dura prova da un futuro incerto.

Ad essere pratici, ciò che conta, è sapere che siamo a ridosso di una nuova fase, da cui le nostre attese prenderanno forma e si capirà cosa abbiamo imparato vivendo una realtà raffigurata in “luogo non buono”.

Aveva ragione Fabio Lalli quando disse che il virus ha avuto lo stesso effetto di un meteorite caduto sulla terra.

Quante volte lo abbiamo auspicato, magari solo per scherzo, davanti a scenari immutabili e di cui eravamo stanchi e ora, che ce lo siamo ritrovato sulla nostra testa, saremo in grado di ripartire da zero come cantava Niccolò Fabi?

La sola cosa che voglio è rimettere in ordine quella somma di piccole cose che mi aspettano all’orizzonte, che mi fanno stare bene e che mi hanno fatto vivere la quarantena con un barlume di fiducia nel domani.

Ma la domanda più importante a cui vorrei trovare la risposta è:

“saremo in grado di fare tutto con la stessa calma e comprensione vissuta in questi giorni da isolati? “

Gesti che ci hanno reso migliori, giorno per giorno, senza neanche rendercene conto.

Io voglio sperare che la gentilezza con cui eri dietro di me in fila al supermercato la conserverai per sempre, e non solo perché io potevo essere il tuo nemico infetto, ma perché io sono come te.

La calma con cui aspetti che io salga le scale di casa possa essere riposta nei prossimi giorni, mesi, anni in tutto ciò che farai.

Il timido saluto con gli occhi, surrogato di un sorriso celato dalla mascherina, mi piacerebbe vederlo domani in mezzo al traffico della città.

Vorrei che chi comanda le aziende comprendesse che il lavoro da casa sta migliorando i risultati grazie a nuove relazioni tra colleghi, grazie ad un senso di responsabilità ancor più vivo, fatevene una ragione.

Oggi più che mai ho capito che, non parlare, non chiedere “come stai”, non mettersi mai in gioco per gli altri, non trasmettere cosa hai dentro non premia, anzi.

Il mondo non cambierà nemmeno con questo asteroide caduto sulla terra se l’uomo non reagirà ai cambiamenti indotti dall’esterno con azioni concrete misurati dalla reciporocità dei rapporti.

Il dramma economico a cui stiamo andando incontro non ha una soluzione immediata ma qui stiamo parlando di gesti e pensieri che possono cambiare il colore di una giornata o di un incontro.

La nuova fase vista più come una rinascita sociale che come un pallino rosso nel calendario deve porre al centro di ognuno di noi relazioni nuove fatte di segnali e impegni verso il prossimo, basta poco, e solo così che la somma di piccole cose viste in queste settimane vedranno la luce.

Buona settimana

Marco

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso