PIPPA SÌ, MA CON ORGOGLIO

Dopo aver trascorso giorni a veder correre il mondo intero tra Parigi, Milano e Berlino gente come noi misura il proprio valore atletico non dai risultati cronometrici, ma dalle decisioni a cazzo che è in grado di prendere con orgoglio e tanta ostinazione.

Quando sei appena tornato dalla tua solita seduta di allenamento e hai le endorfine che pompano a manetta sei convinto di non avere limiti.

Il mondo sportivo è ai tuoi piedi: New York, Boston e pure Tokyo ti sostengono l’anima e sei convinto di fare tutto ciò che un podista sia in grado di compiere anche solo con il pensiero.

Allora eccoti nella penombra di casa dove tutti dormono, computer sotto mano, nell’altra la carta di credito.

Incurante delle conseguenze economiche, delle instabilità geopolitiche, della rata di mutuo, dall’Università di tuo figlio, dei lavori straordinari del condominio, tu, impavido e un po’ strafottente, decidi che è tempo di passare all’azione.

Fare tre maratone all’estero, seguire il nuovo guru del Running che ti ha promesso una mezza in meno di 100 minuti e, per non farti mancare nulla, cambiare scarpe, abbigliamento e bicicletta.

Una volta cliccati TROPPI siti e autorizzato TROPPE transazioni si è fatto decisamente giorno, in casa stanno tutti in piedi e ricordando altre cose da fare, soldi da spendere e impegni fino al dicembre 2042.

Non ti resta che sorridere e annuire e sperare che qualche cosa cambi, “tutto può cambiare a ‘sto mondo” ti ripeti sotto la doccia, tranne il calendario delle tue gare e con esso il passo da 6’45” sulla mezza.

Pippa sì, ma con orgoglio e fierezza podistica fin sotto il traguardo e al prossimo estratto conto..