Omar Di Felice in mountainbike alla conquista dell’Everest

Omar Di Felice è pronto e il 15 febbraio darà il via all’impresa che lo porterà  alla conquista dell’Everest in mountainbike.

Omar lo conosciamo bene, ultracylcer, che ha pedalato percorrendo distanze incredibili in situazioni climatiche a volte proibitive. Ha preso parte a tantissime competizioni UltraCycling. Nella sua carriera ha pedalato su distanze per noi difficili anche solo da pensare.

In questa nuova avventura Omar pedalerà verso nord-ovest arrivando nella regione del Mustang. Dal suo seguitissimo profilo facebook ha spiegato che i primi 300/400 chilometri, saranno su strade percorribili. Il problema arriverà quando si inizierà a salire verso Kora La Pass, 4660 metri, Annapurna e Thorung La, 5416 metri. Da qui, infatti, si giungerà al Campo Base del Tilicho Lake, 4919 metri, e poi verso il Campo Base dell’Everest. Tutto senza supporto, in autosufficienza.

L’impresa non sarà facile: i 1300 chilometri e 40 mila metri di dislivello pianificati saranno tutti percorsi su quote superiori tra i 3000 e i 5000 metri di dislivello, con le difficoltà dello sterrato e dei passaggi tecnici tipici dei sentieri di montagna con temperature che possono raggiungere i -35 gradi

Dall’arrivo il 13 febbraio in Nepal Omar ha sempre aggiornato i suoi follower con un diario dettagliato delle diverse fasi di avvicinamento alla partenza dell’impresa.

Da uno dei momenti più “critici”: unboxing e setup bici!

Anche questa volta (e ormai sono anni ed anni di trasporti, voli aerei, etc, senza danni grazie alle borse giuste Scicon e alla giusta cura nell’imballaggio) tutto ok.

Alla differenza tra un “viaggio” e una “avventura sportiva” certificata ufficialmente.

Potrebbero sembrare la stessa cosa ma in realtà la linea che le demarca è l’attività di un atleta dal resto.
Anche per la traversata Himalayana l’ente internazionale RHR – Record Holders Republic certificherà ufficialmente la mia avventura.

Una giuria analizzerà:

– i dati del live tracking raccolti direttamente dai due dispositivi Garmin Outdoor inreach Mini e GPSMap 66i
– I dati giornalieri registrati dalle due device Garmin Fenix 6 Pro Solar e Garmin Edge 1030 Plus attraverso l’incrocio di tutti i parametri (velocità, tempo, frequenza cardiaca, temperatura, etc)
– I relativi file caricati sulle piattaforme komoot e Garmin Connect
– I dati exif e la geolocalizzazione di tutto il materiale video/foto
– Prove testimoniali del mio effettivo passaggio

Leggere i post sui dati tecnici fa capire solo in minima parte la mole di lavoro che c’è dietro il progetto.


Uno dei temi più importanti riguarda il “peso” della bicicletta e dell’attrezzatura.

Quando sei in modalità “unsupported” ogni scelta è condizionata da ciò che sarai in grado di trasportare con te.

Caricare una bici significa trovare il giusto equilibrio tra peso, efficienza della bici (soprattutto a certe temperature e, come in questo caso, su terreni off-road) e capacità di esprimere performance adeguate al challenge che mi sono prefissato.

Coprire i 1300 km e 40.000 metri di dislivello della traversata invernale dell’Himalaya nel minor tempo possibile.

Minor peso significa avere la capacità di coprire ogni giorno la distanza adeguata per trovare un villaggio, un rifugio o, comunque, un luogo sul percorso dove potermi rifornire.

Questo significa allenarsi per essere in grado di coprire distanze molto lunghe per più giorni consecutivi.

Con me avrò alcuni rifornimenti fondamentali per integrare vitamine essenziali e proteine. Cose che non sarei capace di reperire “on the road”. Per tutto il resto, ovviamente, mi affiderò.. alla cucina nepalese!

Allenamento e adattabilità: anche questo è avventura.

E allora buona avventura Omar e noi ti seguiremo fin sopra al “tetto del mondo”.