Maratona di Venezia, un sogno, una promessa.

Correre la Maratona di Venezia era il mio sogno da sempre.

Da quando mio padre, con il CAI di Dolo (Ve), aveva organizzato la “Marcia non competitiva Venezia-Dolo-Padova” nel ’78.

Da quando ho sentito il rumore dei passi dei runner sull’asfalto, per la prima volta, nell’86, che sfilavano davanti a casa mia.

Quando ho iniziato a correre, quasi quattro anni fa, la prima cosa che ho detto al mio coach è stata: “Sappi che il mio sogno è la Maratona di Venezia! Prima o poi la voglio fare!”.

Poi la malattia del papà e la mia promessa: “Correrò la Maratona di Venezia, papà, e ti porterò la medaglia!”.

Dopo un’estate durissima, il 25 agosto il papà ci ha lasciati e in quel momento ho ribadito la mia promessa: correrò la Maratona di Venezia il 23 ottobre, qualsiasi cosa accada.

Ed è accaduto di tutto!

Ostacoli continui…non riuscivo ad allenarmi…la stanchezza, soprattutto mentale per non essermi ripresa dal dolore…un raffreddore potente che mi ha messo ko…tutto sembrava voler bloccare la mia promessa.

Ma avevo il mio amico Sebastiano Gavasso, lui mi avrebbe accompagnato…fino alla fine!

Me lo aveva promesso l’anno scorso dopo la Garda Trentino Half Marathon: “La faremo insieme, Anna, sarà la Maratona Sacra!”. E così è stato.

Me lo ha ripetuto per mesi, anche nel periodo più brutto, più difficile, quando il dolore era immenso…e soprattutto nelle ultime settimane, quando temevo di non farcela. Ma lui continuava a dirmi: “Non ti preoccupare, ti starò vicino, non ti mollerò un attimo e ti porterò al traguardo!”. E così è stato. Non mi ha mollato un secondo, mi ha incoraggiato, guidato, sostenuto per tutti i 42.195 metri del percorso.

Ciò che ho provato domenica mattina, mentre con il bus ripercorrevo le strade della mia infanzia, rivedevo la mia vecchia casa, i miei luoghi, non si può descrivere.

Emozioni fortissime e lacrime difficili da trattenere.E poi stavo per vivere il mio sogno, la Villa Pisani era lì e mi stava aspettando.

Il ritrovo con gli amici, le risate e finalmente la partenza…

A Fiesso mi aspettano le emozioni più intense, l’abbraccio con la mia amica d’infanzia e con i miei parenti che mi stanno aspettando…”Vai Anna, fino alla fineeee”…una carica pazzesca, quanto 10 gel di carboidrati!

Il tifo incredibile lungo la strada, i bambini che aspettano la tua mano, le band che a suon di rock (non poteva essere altrimenti) caricano a bomba, compreso il chitarrista che si inginocchia in scivolata davanti a noi…che meraviglia!

Insomma, tutto procedeva bene…fino al 20k. Fino a quando quei maledetti crampi non decidono di bloccarmi. La testa però c’era e continuava a ripetere “Anna non mollare, hai promesso, tieni duro!”

E allora Sebastiano si trasforma in Aldo Amedei e mi recita tutto, ma proprio tutto, Corri. Dall’inferno a Central Park”, lo spettacolo che lui porta in scena a teatro, tratto dal libro di Roberto di Sante, per distrarmi, per darmi la forza necessaria, per reagire.

E così arriviamo a Mestre. Parco San Giuliano pare non finire mai e sul cavalcavia arriva anche Marco Pantani (sempre Sebastiano) che mi dà indicazioni per le salite.

Ed eccolo lì lo spauracchio di tutti i runner…il Ponte della Libertà…

Strano, non sono spaventata, Venezia è lì, sono “solo” 4k…

E poi non solo sola.

All’improvviso mi affianca Andrea, il mio fisiodoc…oddio ho le visioni, com’è possibile…lui non è potuto venire…ma è lì, lo vedo, lo sento…ed inizia ad incitarmi “Non mollare Bionda, dai, no surrender, non si molla mai, ricordalo…sticazzi!”

E tra sogno e realtà arrivo alla fine del ponte.

È durissima, non so più dove raccogliere le forze, ma Sebastiano non mi molla, mi fa respirare, mi fa bere…e vedo i ponti…eccoli…i famosi 14 ponti…

Non ce la faccio, devo camminare…in salita, ti prego, fammi camminare…e immersa in un’atmosfera quasi irreale arrivo al 40k.

Ecco la Giudecca, il ponte di barche e lì in fondo Piazza San Marco…

C’è ancora un sacco di gente che ci incita e ci sono i fotografi, quindi, tenendoci per mano sfoderiamo i sorrisi più belli per percorrere gli ultimi 2k.

Eccome se abbiamo riso…Piazza San marco è stato il palcoscenico dei nostri sorrisi…e sorridere dopo quella fatica…beh, non c’è soddisfazione più grande!

Quando Sebastiano mi prende per mano capisco di avercela fatta, mancano ancora 6 ponti, ma ce l’ho fatta…

Al penultimo ponte vedo Marisa che mi dice “Daiiii che è l’ultimo…vaiiiii Annaaaaa” e riesce pure a farmi una foto stupenda!

Eccoli gli ultimi 195 mt.

Sopra l’ultimo ponte la sento…per me…per il mio arrivo…Nothing Else Matters dei Metallica…la mia canzone preferita…apro le braccia ed esclamo “Non è possibile!!!”

Prendo fiato, quel poco rimasto, e inizio a correre, o almeno credo, e guardo quell’arco che ho tanto sognato!

Rido. Piango. Saluto il papà e mando baci al cielo.

Prendo la medaglia, la bacio, abbraccio Sebastiano e scoppio in un pianto liberatorio…e faccio commuovere tutti!

Che soddisfazione poi, brindare con mio figlio che mi ha aspettato all’arrivo con il prosecco, dopo avermi seguita per tutta la gara con il GPS!

Ce l’ho fatta! Non ho mollato! Ho creduto in questo sogno con tutta me stessa. Ed è diventato realtà.

La mia prima maratona. E ho mantenuto la mia promessa. Mai smettere di sognare! Mai!

Grazie a tutti quelli che mi hanno sostenuto, alla fantastica organizzazione, ai pacer, ai volontari, a tutti…

Grazie a Sebastiano, grazie amico mio!

Grazie di avermi aiutata a realizzare il mio sogno e a mantenere la promessa fatta a papà…

Questa è e sarà, davvero per sempre, la nostra Maratona Sacra.

Anna Santon

 

 

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