Lo strano caso delle scarpe con le bolle

Io ci avevo creduto, dico la verità, e ho anche atteso prima di fare una battuta sulla forma a dire poco insolita di questo nuovo modello di scarpe da corsa.

È già successo in passato di avere sul mercato modelli decisamente originali.

Ma più passava il tempo e più vedevo che dai diversi canali social, la scarpa con le bolle  non era come previsto dai creatori un modello “concept”.

Il messaggio che stava arrivando era che quella fosse la scarpa che avremmo trovato nei negozi.

Ovviamente non capivo perché rischiare con un prodotto così diverso dal solito.

Vedere come si presentava al pubblico, cercare di leggere il messaggio di questa energia nuova ai piedi dei runner era la sola ragione dell’analisi.

Per il resto mi sono fidato del mezzo e del messaggio, che altro dovevo fare?

Quante volte abbiamo già letto di mescole e sostanze innovative che formano un cuscinetto che crea l’ammortizzazione e ritorno di energia più elevati di sempre.

Poi, dopo alcuni commenti su Facebook , mi scrivono che la scarpa dalle bolle fucsia è un modello non in vendita e serve solo a presentare la tecnologia alla base della nuova linea.

Di fatto, il produttore stava preparando una serie decisamente diversa, per fortuna.

Nel frattempo, i social network, erano invasi da questo modello, senza condensare meglio il messaggio, dando adito ad interpretazioni errate, tipo la mia.

Ma cosa è successo alla comunicazione?

Che per problemi di spazio è stata omessa una informazione importante utile a capire il senso del post stesso, per parlare di scarpe innovative si mette una foto di una scarpa che non sarà in vendita, ma la gente che deve pensare?

In rete i messaggi devono essere diretti e precisi altrimenti si usano altre immagini per descrivere una tecnologia ma non una scarpa farlocca…

Da consumatore mi chiedo perché non fare il percorso inverso?

Mi fai vedere la scarpa che andrà sul mercato e ad essa associ una informazione di natura tecnica “spogliando” la scarpa e mostrando il suo interno.

Ormai si sa che sui social si frammenta, si spezza, si decontestualizza tutto.

Un’agenzia pubblicitaria avrebbe sfornato a tempo di record dei meme fantastici; cosa c’è di più gommoso, aereo e plasticoso di una Big Babol? abbiamo un unicum in Italia che sarebbe sfruttabile in maniera fantastica…

Poi però ho fatto un’altra ricerca e ho scoperto che la scarpa è in vendita per 300  paia negli USA ad un prezzo importante.

La confusione regna sovrana e i commenti a difesa producono l’effetto opposto al desiderato.

Le domande arrivano a pioggia: è un fake? un prototipo? un modello in vendita? altri modelli saranno in vendita? scarsa coerenza comunicativa, tutti a presentarla a ruota libera.

Una grande bolla che ha offuscato ciò che andrà sul mercato, non resta che sperare di non essere davanti a una “bolla di mercato” perché la finanza ce lo ha insegnato, prima o poi scoppiano e non ci guadagna nessuno.

Intanto buone corse a tutti con qualunque scarpa

Marco

Marco Raffaelli
Appassionato dello sport e di tutte le storie ad esso legate. Maratoneta ormai in pensione continua a correre nuotare pedalare parlare e scrivere spesso il tutto in ordine sparso