La prima volta che indossi le scarpe da corsa, non sai dove ti porteranno.
Le infili ai piedi quasi per caso, senza renderti conto che non smetterai mai più di correre.
Sui tuoi passi scorreranno dapprima sporadiche uscite, solitarie, che poi si trasformeranno in appuntamenti costanti e quindi, in allenamenti irrinunciabili.
Sui tuoi passi, i dolori della vita scivoleranno via, per lasciare spazio alla gioia di ogni respiro, alla festa di ogni gara.
Sui tuoi passi l’esperienza del correre si trasformerà da solitaria che era, in un gioco di complicità, di lacrime e traguardi condivisi, di medaglie e magliette nuove, fino a che non ti sentirai parte di un’essenza universale, che avvertirai in modo tangibile ma che non saprai spiegare.
E un giorno, quei passi, ti porteranno allo start di una distanza che qualche anno prima non avresti nemmeno contemplato.
La distanza regina di 42 km e 195 metri sarà dinanzi a te.
Sui tuoi passi la percorrerai e ti sarà chiaro tutto il tragitto che negli anni ti ha portato fin li: ogni arresto, ogni progresso, ogni infortunio, ogni premio.
Nel tuo cuore sentirai la gratitudine per l’immenso dono ricevuto, e per tutte le persone che ti hanno sostenuto e incoraggiato, e che hanno creduto nella possibilità che tu arrivassi fino in fondo, prima ancora che tu stessa ci credessi.
Sui tuoi passi taglierai il traguardo e la squadra, la coach, saranno li ad aspettarti, ad abbracciarti, ad emozionarsi con te e per te.
Ed è in quel momento che tutti i passi percorsi, un piede dopo l’altro, acquisteranno un unico senso compiuto: diventare una maratoneta.
Così con la medaglia al collo, per mano con i tuoi compagni di squadra, ritornerai a casa con una nuova consapevolezza di te stessa, e con la indubbia promessa di un’altra maratona.
Ringraziamenti
Grazie a Marco Raffaelli per aver sempre creduto in questo progetto
Grazie a tutta la redazione di Storiecorrenti
Grazie a tutti i supporters che non hanno perso una lezione, incoraggiandomi a continuare a scrivere fino all’ultimo km.
Chiara Scardaci