Mancano poche ore all’inizio della competizione e so bene, al pari di chiunque abbia preparato una 42, cosa accade.
C’è un gran chiacchierare in famiglia, con gli amici, con i compagni di allenamento, nelle chat delle squadre, sulle pagine facebook, tra coach e runner.
Ci sono parole comuni di incoraggiamento tipo “Daje”, e frasi ripetute all’infinito: qualunque cosa accada non ti fermare, devi arrivare alla fine, l’importante è che la finisci senza farti male.
C’è un gran parlare fuori, ma anche dentro.
La mente è una radio accesa che trasmette pensieri di ogni tipo sabotanti e incoraggianti, ricordi ora buoni ora negativi, sogni realizzati e andati in fumo, speranze e delusioni.
Ma il segreto è tacitare tutte le voci, far calare un silenzio fitto e denso, non più penetrabile da alcun suono e ripetere al proprio cuore ciò che è stato insegnato alla mente, durante gli allenamenti, durante i lunghi estenuanti: ce la fai.
Questa è l’unica voce che conta adesso: ce la fai.
Preparato il pettorale, la divisa di squadra, la borsa da lasciare al deposito, è ora del raccoglimento per ripetere incessantemente: ce la fai.
Dopo cena e prima di andare a letto, dopo un’ultima occhiata nostalgica e fiera alla tabella degli allenamenti che si è portato a termine nonostante tutto, c’è uno spazio che si basta da se, dove riposare prima dell’ultimo round, quello dirimente.
C’è uno spazio in cui si deve solo dire a se stessi: ce la fai.
Con la testa sul cuscino, con questo solo pensiero a farci compagnia, è il momento di rilassare il corpo e riposare prima della fatica finale.
Non c’è più tempo per le incertezze per le insicurezze, ormai la mente lo sa, lo ha imparato.
Perché insieme al cuore e ai muscoli è la mente che si è dovuto allenare.
Passo dopo passo, allenamento dopo allenamento è questo che la testa ha capito di dover dire: ce la fai sempre e comunque, senza scuse, dinanzi a qualunque impedimento, reale o immaginario che sia.
Lascio allora a te e ai tuoi compagni di squadra la meritata e preziosa solitudine che precede la partenza, perché possiate concentrarvi affinché la mente ricordi e pronunci senza alcuna esitazione, adesso e per tutti i 42 km e 195 metri di domani, per le strade di Roma o dovunque hai scelto di correre la tua prima maratona, solo e soltanto una frase: ce la fai.
Il traguardo è li e quando meno te lo aspetti comparirà davanti ai tuoi occhi regalandoti la medaglia tanto sognata.
Ce la farai!
Chiara Agata Scardaci
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