Lezione n. 39: Il respiro del vento

Ci sono nel mondo dei gesti primordiali che si ripetono da sempre.

Gesti che appartengono a tutti e la cui essenza dimora in una dimensione più elevata a cui attingiamo compiendoli.

Correre è uno di questi.

Chiunque corra, ripete un’azione primitiva e sublime, in cui ognuno appartiene a un tutto inscindibile e interdipendente.

Ecco perché non siamo soli.

Corriamo insieme a coloro che hanno corso prima di noi, che stanno correndo insieme a noi, e che continueranno a correre dopo di noi.

Le nostre gambe non sono solo nostre.

Le nostre braccia sono quelle di tutti.

Il nostro addome proteso in avanti, il nostro cuore, è un singolare nell’insieme degli altri.

Ma soprattutto, il nostro respiro, è ampio, diffuso, interconnesso ad un’anima originale, la più antica che esista.

Nell’alzarsi e nell’abbassarsi di ogni petto, nel gonfiarsi e nello sgonfiarsi dei polmoni, nell’ineluttabile uguaglianza del respiro, l’individualità è relativa.

Corriamo e respiriamo, corriamo e ci eleviamo ad una dimensione che esiste più in là di noi, e che nella sua nobiltà ci riporta a quell’essenza che non contempla alcuna differenza.

Tutto si fonde.
Tutto si illumina.
Tutto si comprende al di là della mente.

E nel dissolversi dei nostri respiri, nell’aria che ci circonda, diventiamo vento.

Vento di vita,
vento di luce.

Vento infinito che spazia in ogni dove, che è a casa in ogni luogo.

Vento dei nostri respiri,
perché noi siamo, il fiato perenne del vento costante che soffia su questa terra.

Noi siamo il respiro del vento.

Chiara Agata Scardaci

 

 

 

 

 

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