Lezione n. 30: come in un sogno

Voglio raccontarti una storia.

Chi sei? Corri in modo davvero strano, non ti ho mai visto da queste parti…

E’ il tuo ultimo lungo prima della maratona?

Si, devo arrivare oltre i 30 km… ora che ci penso non ti ho nemmeno visto arrivare…

Bene, sei troppo giovane per ricordare le Olimpiadi di Helsinki nell’estate del 1952, eppure nella prova della maratona, quell’anno, accadde qualcosa di straordinario e terrificante che non ho mai dimenticato e che vale la pena di raccontarti…

Cosa?

Avevo già stupito il mondo dell’atletica vincendo i 10.000 e i 5.000 metri, ma non era abbastanza per me e così tra l’entusiasmo di pochi e lo scetticismo di molti, decisi di correre anche la Maratona. Non avevo tuttavia considerato la follia del mio principale avversario.

Vai avanti… non ti dispiace se mentre racconti continuiamo a correre?

No affatto, anzi, se vuoi ti aiuto a tenere la giusta andatura.

Ok. 5.40 al km va bene?

Perfetto.

Dicevi?

Ecco, quell’anno avrei dovuto vedermela con Jim Peters, che aveva da poco stabilito la miglior prestazione mondiale correndo la maratona in 2h 20’ e 42”. Dopo lo sparo del via, Jim impostò la gara su un ritmo elevatissimo, distanziando già nei primi km tutti gli altri atleti.

Non ho mai avuto paura del dolore e, nonostante la follia di quella scelta, decisi di tenere il passo di Jim.

Egli insisteva e continuò a correre a un ritmo assurdo anche dopo il 15° km.

Tentai di dissuaderlo ma non ci fu nulla da fare: continuò a spingere, fino a quando al 25° km iniziò a perdere i primi colpi, i primi secondi a km, per poi accasciarsi definitivamente sfiancato ed in preda ai crampi, nemmeno a dirlo, 5 km più tardi.

Il muro?

Eh si, proprio lui!

Mancavano 12 km alla fine della gara e io che avevo tenuto il ritmo di Jim, non fui risparmiato dall’atroce sofferenza di chi sbaglia la corsa.

Soffrii in modo indescrivibile fino al traguardo, perdendo diversi secondi km dopo km.

Arrivai per primo è vero, ma in preda a uno stato di trance, con i livelli di glicogeno ormai vicini allo zero e i muscoli intenti a compiere del vero e proprio cannibalismo.

Troppo veloci nella prima parte?

Maledettamente troppo veloci!

Non si scherza con la maratona…

No, davvero no, non farlo nemmeno tu.

Non ci penso affatto, non lo farò … ma tu chi sei?

Sono un campione e anche io ho sbagliato, ma tu non commettere lo stesso errore, non correre troppo veloce nella prima parte, lo scotto da pagare può essere altissimo e non c’è medaglia che lo giustifichi… io stesso, correndo in quel modo, avrei potuto mettere fine alla mia carriera di atleta, o peggio causare al mio corpo danni irreparabili, o persino uccidermi…

No, non lo farò, non lo farò…

…32 km… ho corso 32 km a 5.40…

sono davanti all’uscio di casa, incredula e intatta, stanca ma in forze…

in lontananza, la figura dall’andatura scoordinata, con le spalle tirate fino alle orecchie, il collo rigido, le braccia scomposte e la testa leggermente all’indietro, mi fa un cenno di saluto, senza voltarsi, e sparisce nel nulla proprio come è arrivata…

Ciao campione…

Chiara Agata Scardaci