Laura, la sua corsa e un cuore consapevole

Laura Chinello ha un carattere istintivo e ribelle. Il suo approccio alla corsa non poteva essere diverso. La mattina di Pasquetta del 2019 è uscita a correre e dal quel momento non si è più fermata.
Questa è la sua storia e correre è solo una scusa per misurare un cuore che batte accanto a chi ama.

Ricordo bene la sensazione. Avevo avuto settimane durissime al lavoro, cui si aggiungevano due figli piccoli, una casa grande ed un marito abbastanza esigente che mi aveva costretta a cucinare per il pranzo di Pasqua a cui erano invitate 15 persone. Le feste si, sono belle se festeggiate in famiglia ma chi ha detto che si debba organizzare sempre e comunque qualcosa?

Io ero stanca e non avevo voglia, ne nacque una discussione ma poi per quieto vivere accettai. Mi armai di uno splendido sorriso (non del tutto sincero) ed accolsi i commensali.

Il punto è che poi stavo per scoppiare.

Mi sentivo schiacciata dai doveri, dal conformismo. Ero felice della mia vita ma non mi piaceva mi si dicesse cosa fare o come farlo ed il ruolo della donna perfetta moglie e madre non mi apparteneva.

In me aveva sempre bruciato un fuoco, un entusiasmo che mi aveva spinto in passato a buttarmi a capofitto nelle cose, a sbatterci il muso magari, ma sempre senza il minimo rimpianto.

Alle 6 di quel lunedì mattina mi alzai e mossi i primi passi verso quella che sarebbe stata la mia nuova avventura.

Mio marito si svegliò dopo un’oretta e non trovandomi al suo fianco né tantomeno in casa mi chiamò preoccupato. Per lui ero, o forse avrei dovuto essere, affidabile, prevedibile. Il punto è che lui si era innamorato della mia esuberanza della mia solarità e non era giusto che mi “spegnesse”.

In fondo non avevo fatto nulla di male. Semplicemente ho ascoltato me stessa.

Sono un vulcano se non erutto implodo e quello era il mio modo di sprigionare energia: silenzioso, solitario. Le prime corse erano a sentimento. Avevo delle scarpe che usavo in palestra per nulla performanti, non badavo ai tempi, correvo e basta. Mi piaceva il contatto con la natura. Io vivo sul mare, meraviglioso e maestoso in tutte le stagioni ma ho la fortuna di avere vicine anche molte colline.

Vidi che organizzavano proprio nella mia città una gara di beneficienza 8,6 K e decisi di affrontarla.

La gara successiva fu una mezza. Secondo mio marito avevo poco tempo per prepararla e non ce l’avrei fatta. Forse fu proprio questo lo stimolo giusto. Con l’incoscienza e l’inesperienza di una principiante mi presentai. Poco prima di tagliare il traguardo sentii lo speaker pronunciare il mio numero aggiungendo che sotto le due ore era per gente allenata. Mi ricordo che pensai: “ ah sì??? Se lo dici tu!?

Ero davvero poco consapevole.

Ho iniziato a pormi degli obiettivi. I km aumentavano e con essi la mia autostima. Ho provato ad affinare un po’ la tecnica. Sentivo parlare di ripetute, fartlek, allunghi ma non mi ci ero mai cimentata così ho cercato in rete, scaricato materiale da “studiare” e tabelle di allenamento da seguire.

Ho vissuto il lockdown correndo attorno casa, cercando di restare entro i 300 mt e con qualche vicina che nella sua ignoranza mi insultava dal balcone. Ormai avevo preso il ritmo e non intendevo perderlo.

Le mie corse all’alba sono diventate linfa vitale. E’ dura alzarsi alle 5 soprattutto con il freddo e col buio, non nego un pizzico di follia in tutto ciò ma la fatica è ricompensata dall’energia con cui affronto poi la giornata, da una sensazione di benessere fisico e mentale. La mia anima ne è appagata.

Ho scoperto tardi la corsa ed ora non voglio rinunciarci per nulla al mondo.

La priorità sono i miei figli, la mia famiglia ma io sono altrettanto importante. Solo se io sono serena posso esserlo per loro.

Corro quando ancora tutti dormono così sento di non togliere nulla a nessuno e dono qualcosa a me stessa.

Ed in quel silenzio è ancor più forte il mio respiro, l’eco dei miei passi sulla strada, la pulsione di passione e desiderio. Mi sento tremendamente viva.

Sono una donna semplice e vera, non mi sento speciale, non più di tanta altra gente.

Non sono seguita da alcun preparatore atletico, non per presunzione di saper far da sola, ma perché al contrario resto coi piedi per terra riconoscendo che a 40 anni non posso ambire a chissà quali traguardi.

Vivo di rendita per aver praticato per anni sport aerobici: step, spinning, walking, e probabilmente ho una predisposizione fisica al running.

Dopo 2 anni e mezzo posso dire che la corsa è ormai per me uno stile di vita. Mi ha insegnato il sacrificio, l’importanza del riposo, il saper ascoltare il proprio corpo, il credere che nulla è impossibile se lo si vuole davvero. E’ la sfida più grande, quella con me stessa.

Ed ora ho deciso di farmi un regalo. Forse le mie articolazioni non me ne saranno così grate ma non si torna indietro: il 27 Marzo correrò la mia prima Maratona a Roma.

Come mi ha consigliato qualcuno mi sono iscritta e mi sto allenando seriamente ma senza pensarci troppo.

Solo il pronunciare 42,195 km mi mette i brividi.

Voglio, devo conquistare la Regina!!

Spero solo di non accasciarmi lungo il cammino faccia a faccia con gli storici sampietrini.

Si dice che la Maratona si corre di gambe, e le sto allenando, di testa, cerco di rimanere lucida e di cuore

…non so se sarà lui a fare la differenza di certo il mio è un cuore umile, che ha sofferto, che è stato calpestato ma che mai si è inaridito.

Che è stato raccolto e curato da un uomo impegnativo ma altrettanto meraviglioso.

Un cuore che ha battuto all’unisono con un altro per due volte ed in entrambi i casi ha conosciuto una gioia smisurata tale da sembrare scoppiarmi nel petto.

Un cuore di cui controllo i battiti che non sanno celare la fatica, men che meno le emozioni.

E gli occhi… carichi di lacrime già in questo momento, mentre scrivo, loro a quel traguardo non mentiranno di certo.

Laura