LA NOIA DI CHI CORRE

La corsa è noiosa inutile girarci intorno, esci sempre con la stessa maglietta, consumata e scolorita e mai che si possa rinunciare alla copertina di Linus.

Il balcone di casa è pieno di scarpe, tu dici che sono scariche, e a vederle sono nuove, non le usi più? dalle via, “eh ma che dici? hanno fatto Roma Berlino Firenze il Passatore”.
Quindi?
“Niente non si toccano“.

Poi mi spieghi perché quando vai a correre fai sempre lo stesso giro, come un asino sulla via di montagna, avanti e indietro, e nonostante un abbonamento a 30 milioni di brani ascolti solo la tua solita musica di merda?

La corsa è noiosa, stai sempre con le stesse persone o peggio te ne stai da solo.

Ci sono domeniche in cui sparisci per almeno tre ore e al tuo rientro non spiccichi parola per altrettante perché sei sfranto hai le gambe devastate.

Ma a che cazzo pensi tutto quel tempo?

Siccome io non voglio morire di sonno la domenica mattina all’alba con te per le vie della città, mi posso anche dimenticare di fare colazione insieme come fanno le persone normali nei fine settimana, tutti i fine settimana che ha fatto il Signore.

Per non parlare di fare tardi la sera, non sia mai “domani ho il lungo”.

Ogni proposta di tempo libero in famiglia deve fare i conti con la tua nuvola di pensieri a forma di pista di atletica.

A tavola la tregua regge fino solo se vengono rispettate le dosi, gli ingredienti e le percentuali di masse grasse e magre che hai assunto come altare su cui preghi il tuo dio-nutrizionista.

La corsa è noiosa ed e solo tua, non ascolti nessuno fuori dal giro, fai quadrato intorno al tuo tempo.

Tu che corri sei noioso in salute e nella malattia e guai a non onorarti e rispettarti sempre.

Tra tendini, muscoli e menischi, mai tradire il tuo credo, per chiunque c’è il divieto assoluto di scendere a compromessi instabili con il tuo calendario.

È un amore a oltranza quello che si vive con uno che corre, schema fisso sul suo passo.

Me lui te la racconta come gli serve, ti raggira con la storia della sua vita e salute fisica.

È un affabulatore, un impiccino, stratega delle domeniche competitive su ogni terreno.

Il tutto per non tradire la missione che ha assunto a ragione di vita che è la vittoria del campionato sociale.

E alla fine ciò che conta è mettere sempre quella maglietta e girare per le strade con altri come lui.

Aspettalo, tanto torna, dove vuoi che vada, inebriato di endorfine, euforico nel suo stato di alterazione emotiva, apre la porta di casa felice e sempre convinto di essere nel giusto.

Noioso, ma nel suo giusto.