La linea blu in vasca

Da quando sei tornato a nuotare hai ripreso a seguire la linea blu in vasca, l’altra sera, per fatica o per vendetta, hai capito che per nuotare bene devi solo saper stare bene nell’acqua.

Vasche piene di cloro e di gente, perdite di direzione in mare aperto: l’unica certezza è che devi essere come l’acqua, adattarsi e fluire.

Ogni volta che ti dicevi di non averne voglia, in fondo sapevi che l’acqua è più dura della strada che calpesti. Perché nell’acqua, la forza fisica non serve. E ogni volta era una battaglia. Il vero nemico? La tua incapacità di vivere l’acqua come un luogo familiare. Un rapporto scomodo, quasi conflittuale.

Saper stare in acqua, in qualsiasi posizione, è il segreto dell’acquaticità.

Non serve saper nuotare per essere acquatici. Nuotare con stile si impara, si perfeziona col tempo, ma vivere l’acqua in libertà è la base dell’acquaticità: o ce l’hai, o non ce l’hai.

Così, ogni volta che la linea blu in vasca è la tua unica compagnia, riflettendo su come vivi male ogni movimento, cerchi una tregua armata con l’acqua. Razionale, impavido, ma sempre in lotta con le tue insicurezze. Il bisogno di vincerla a ogni bracciata è la strategia peggiore.

Tutto sbagliato.

Il corpo deve creare l’onda perfetta che lo sostiene, e tu devi solo assecondare quel movimento, come se muovessi l’intero mondo intorno a te.

Questo è nuotare: poca tecnica, fatta bene, e tanto amore per l’acqua. Tutto il resto è solo forza sprecata, imprecazioni, e quella linea blu sotto di te che ti osserva senza offrire nulla.

Bisogna arrendersi. Diventare nudi, leggeri, innocenti, liberi, fluidi e armoniosi.

Forse non sarai mai davvero acquatico, ma hai capito un po’ di più cosa hai dentro, cosa ti spinge ogni volta dal blocco di partenza.

Quella spinta ti fa volare lungo la tua linea blu e ti guida verso un orizzonte perfetto, in acque che, un giorno, saprai ascoltare alla perfezione.